Ecco di seguito la terza ed ultima parte dell’intervista al Dottor Eugenio Serravalle, veterano delle lotte in difesa della salute, della prevenzione primaria, della sana alimentazione e grande sostenitore della libertà di scelta vaccinale. Presidente dell’Associazione di Studi e di Informazione sulla Salute (ASSIS) www.assis.it e membro della Commissione Medico-Scientifica Indipendente (CMSi) che si sta occupando di indagare la Covid-19 con un approccio sindemico, rigettando quello riduzionista proposto dalla narrazione ufficiale.
Qual’è la situazione nel dibattito sulla sicurezza dei vaccini anti-covid?
La sicurezza dei vaccini è sostanzialmente inesistente e ad esprimere dei seri dubbi sono stati scienziati ed endocrinologi a partire dai rischi assoluti e dai rischi relativi, arricchiti da dati forniti senza scientificità. La gravissima sottostima delle reazioni avverse deriva, in pratica, solo da segnalazioni spontanee, ovvero dalla sorveglianza passiva su cui si basano i dati di Eudravigilance1. Per quanto pesantemente sottostimati, i dati della sorveglianza passiva hanno già fatto esprimere preoccupazione al CGA. Eppure, confrontando le reazioni avverse per 100.000 dosi di questi vaccini dichiarate nel Rapporto Annuale AIFA con quelle ai vaccini m-RNA pubblicate nei rapporti di V-Safe dei Centers for Disease Control/CDC USA (che hanno invece impiegato sorveglianza attiva), si evince che le reazioni avverse nel Rapporto annuale AIFA 2021 risultano 640 volte meno. Quanto alle reazioni severe, per paradosso, la sottostima è ancora maggiore. La sottostima riportata nell’11° Rapporto AIFA, aggiornato al 26 marzo 2022, è ancora più grave, non solo rispetto a v-safe dei CDC USA, ma anche rispetto alla sorveglianza attiva attuata negli studi clinici randomizzati controllati che hanno portato alla registrazione di questi vaccini.
Quali sono ad oggi i dati sulle miocarditi da vaccino nei giovani?
Sono sempre più numerosi gli studi scientifici che hanno stabilito il nesso e dimostrato l’aumento di frequenza di miocarditi e le patologie cardiache nei giovani maschi dopo le vaccinazioni. In base ai dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità, inoltre, si rileva una preoccupante associazione delle campagne vaccinali nei confronti di bambini e adolescenti con successivi picchi di casi gravi di COVID-19, sia nei maschi che nelle femmine italiani. Diversi studi hanno stabilito una probabile la relazione causale tra i vaccini a mRNA e la miocardite, principalmente nei bambini e negli adulti giovani23. Lo studio del Ministero della Salute in Israele4, un paese con uno dei più alti tassi di vaccinazione al mondo, valuta il rischio di miocardite dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino tra 1 su 3000 e 1 su 6000 negli uomini di età compresa tra 16 e 24 anni e 1 su 120.000 negli uomini sotto i 30 anni. Uno studio di follow-up del Center of Disease Control (CDC) degli Stati Uniti basato sui sistemi di auto-segnalazione VAERS e V-Safe5 conferma ulteriormente questi risultati6. Il CDC7 ha recentemente pubblicato un avvertimento riguardante un rischio di miocardite correlato al vaccino, ma ha comunque mantenuto la sua raccomandazione di vaccinare giovani individui e bambini sopra i 12 anni. Preoccupazioni simili si riflettono nella recente approvazione della Food and Drug Administration8 al vaccino Pfizer che ha richiesto ulteriori studi di follow-up sugli effetti a breve e lungo termine della miocardite in giovani individui.
Valutare la connessione tra miocardite e altre patologie cardiovascolari e i vaccini COVID-19 non è semplice. Innanzitutto, i sistemi di sorveglianza passiva sottostimano notevolmente gli eventi avversi perché questi sono segnalati in una minima percentuale. Anche lo studio di Israele che si basa su una raccolta di dati più proattiva afferma che alcuni casi potenzialmente rilevanti non sono stati riportati. In secondo luogo, la miocardite è una malattia particolarmente insidiosa con molteplici manifestazioni cliniche, a volte anche asintomatica, spesso sottodiagnosticata, ma capace poi di determinare gravi eventi acuti come la sindrome coronarica acuta (ACS). Inoltre, diversi studi dimostrano che la miocardite è una delle principali cause di morti improvvise e inaspettate negli adulti di età inferiore ai 40 anni, fino al 12-20% dei casi. Pertanto, è una preoccupazione plausibile ritenere che l’aumento di miocardite tra i giovani possa portare ad un aumento di altri gravi eventi avversi cardiovascolari, come l’arresto cardiaco (CA) e la sindrome coronarica acuta.
Una indagine che ha analizzato i dati forniti da più di 23 milioni di persone in Finlandia, Danimarca, Svezia e Norvegia ha evidenziato che il rischio di miocardite nei maschi di età compresa tra 16 e 24 anni era da 4 a 7 volte maggiore dopo la seconda dose di BNT162b2 e da 9 a 28 maggiore dopo la seconda dose di mRNA-1273. Sono i vaccini Comirnaty, dalla Pfizer, e Spikevax di Moderna.
“I rischi di miocardite e pericardite erano più alti entro i primi 7 giorni dalla vaccinazione, sono aumentati per tutte le combinazioni di vaccini a mRNA ed erano più frequenti dopo la seconda dose“, hanno scritto i ricercatori nello studio9.
La miocardite può svilupparsi anche a causa dell’infezione da SARS-CoV-2, e potrebbe essere difficile identificare se l’aumento dell’incidenza di miocardite e condizioni cardiovascolari correlate, come CA e ACS, sia causato dalla COVID-19 o indotto dai vaccini contro COVID-19. Ha fatto chiarezza su questo aspetto lo studio che ha esaminato l’associazione tra CA e ACS nella popolazione di età compresa tra 16 e 39 anni e i tassi di infezione da COVID-19 e il programma di vaccinazione contro la COVID-19. Lo studio10 ha utilizzato i dati del Sistema di Emergenza Nazionale israeliano (IEMS), analizzando tutte le chiamate per CA e ACS ricevute nell’arco di due anni e mezzo, dal 1 ° gennaio 2019 al 20 giugno 2021. E’ riportato un aumento statisticamente significativo di oltre il 25% sia nelle chiamate per CA (25,7%, P < 0,05) che per ACS (26,0%, P < 0,001) per i pazienti di età compresa tra 16 e 39 anni nel periodo gennaio-maggio 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020.
“Esiste un’associazione robusta e statisticamente significativa tra il numero settimanale di richieste di intervento per CA e ACS e le somministrazioni della 1a e 2a dose di vaccino in questa fascia di età. Allo stesso tempo, non viene osservata alcuna associazione statisticamente significativa tra i tassi di infezione da COVID-19 e le richieste di intervento per CA e ACS”.
Vi invitiamo a leggere le figure dello studio; sono chiarissime per comprendere le relazioni tra gli eventi cardiaci acuti e le vaccinazioni.
Il dottor Peter McCullough, cardiologo, ha così commentato:
“In cardiologia passiamo tutta la nostra carriera cercando di salvare ogni pezzetto di muscolo cardiaco. Inseriamo stent, facciamo cateterizzazioni, pratichiamo stress test, richiediamo TC. L’intero gioco della cardiologia è quello di preservare il muscolo cardiaco. In nessun caso accetteremmo un vaccino che faccia sì che anche una sola persona debba subire danni cardiaci. Non uno. E questa idea di chiedere a un gran numero di persone di rischiare una malattia del cuore per un beneficio teorico di prevenzione di un’infezione virale che, in genere, è meno di un comune raffreddore, è insostenibile. I benefici dei vaccini non superano in alcun modo i rischi”.
Tra l’altro, la FDA ha riconosciuto11, nella sua lettera di approvazione a BioNTech, c/o Pfizer il 23 agosto, di non essere in grado di valutare i “noti gravi rischi di miocardite”: “Abbiamo stabilito che un’analisi degli eventi avversi post-marketing spontanei riportati ai sensi della sezione 505(k)(1) della FDCA non sarà sufficiente per valutare i gravi rischi noti di miocardite e pericardite e identificare un grave rischio inaspettato di miocardite subclinica… Inoltre, il sistema di farmacovigilanza che la FDA è tenuta a mantenere ai sensi della sezione 505(k)(3) della FDCA non è sufficiente per valutare questi gravi rischi…Pertanto, sulla base di dati scientifici appropriati ” in pratica la FDA ha dichiarato a BioNTech-Pfizer, poiché essa non è stata in grado di valutare il rischio di miocardite, che si aspettava che lo facesse BioNTech-Pfizer. La FDA vuole che i rapporti finali di Pfizer sulla miocardite siano presentati nel 2024 e nel 2025.”>>
Ad oggi si è fatto un’idea sul perchè non siano mai state approvate le cure domiciliari in fase precoce?
No, è un aspetto davvero poco chiaro, che meriterebbe la costituzione di una Commissione di inchiesta, come proposto da un gruppo parlamentare. Oggi diverse pubblicazioni scientifiche12 hanno dimostrato che un intervento terapeutico precoce riduce il rischio di ricovero e di complicazioni gravi.
Crede che sia possibile ripensare strutturalmente un modello di medicina nuovo, fondato sulla prevenzione primaria e sulla medicina territoriale?
Abbiamo fiducia nel fatto che la scienza medica, se libera da interessi e pressioni, sappia risolvere i problemi, non con pregiudizi o rifiuto di confrontarsi da parte degli scienziati prevalenti numericamente in un certo periodo, ma con la ricerca osservazionale e sperimentale, con validi metodi di indagine e analisi, raccolta dei risultati e comunicazione libera e trasparente delle conclusioni. Restando sempre aperti a rivedere le attuali convinzioni e paradigmi se nuove osservazioni mettono in discussione o ampliano le conoscenze. Ciò trova anche riscontro nell’art. 33 della Costituzione: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”, e implica che un dibattito fondato sull’accettazione del metodo scientifico non può essere soppresso, neppure dalle Istituzioni. Mettere in dubbio, con l’onere della prova verità date per scontate non è un atteggiamento antiscientifico. Al contrario, qualsiasi censura del dibattito scientifico è controproducente per il pensiero scientifico stesso.
di Lorenzo Poli – 6 luglio 2022
1 Sistema Europeo di Farmacovigilanza dell’EMA che raccoglie informazioni dalle farmacovigilanze nazionali
4 https://www.science.org/content/article/israel-reports-link-between-rare-cases-heart-inflammation-and-covid-19-vaccination