Con la decisione di indire le elezioni politiche per il 25 settembre, nel tempo di un amen, si è consumato un golpe piccolo piccolo.
Solo le macchine politiche già organizzate avranno il tempo di preparare e presentare liste elettorali: possibilità che in tempi così ristretti è pressochè negata a chi si oppone alla guerra, al razzismo, al disastro ambientale, all’ingiustizia sociale, al sistema politico-economico dominante caratterizzato da rapina e devastazioni, da apartheid e schiavismo, da autoritarismo e militarismo.
L’attuale legge elettorale (il ripugnante “Rosatellum” applicato alla scellerata riduzione dei parlamentari) farà il resto: ben difficilmente vi sarà la possibilità di entrare in parlamento per chi si oppone alla planetaria dittatura del capitale transnazionale ed alle vassalle sue macchine politiche che sono nel nostro paese altresì il frutto insieme acerbo e guasto del regime della corruzione e l’eterno ritorno dell’autobiografia della nazione.
A chi ha vissuto e vive la lotta politica come cosciente impegno nel movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per il bene comune dell’umanità, per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa di quest’unico mondo vivente che il sistema del profitto illimitato sta distruggendo dalle fondamenta, ebbene, assistere a questo scempio provoca il dolore, la vergogna, l’indignazione più grandi.
Che fare, allora?
Provare, spes contra spem, a contribuire a promuovere in un fazzoletto di giorni la presentazione di liste decenti di persone decenti, che recuperino la storia e la coscienza di classe della sinistra italiana, europea ed internazionale, che rappresentino ed organizzino le oppresse e gli oppressi, che abbiano per programma fondamentale la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, che siano ad un tempo femministe ed ecologiste, socialiste e libertarie, pacifiste e solidali, e che candidino al parlamento personalità illustri che già hanno dato buona prova di sè nelle istituzioni democratiche: personalità come Raniero La Valle, per fare un solo nome.
Il contributo che a questa necessaria ed urgente intrapresa può dare chi scrive queste righe non può andare oltre queste rastremate enunciazioni. Ma spero vivamente che altre persone, di me meno vecchie e più in salute, e che abbiano il tempo necessario alla bisogna (tempo che invece a me del tutto manca), vogliano adoperarsi affinchè il prossimo parlamento non sia lo stesso orrore (o peggio: un ulteriore inabissamento nella follia e nella ferocia) di quest’ultima legislatura caratterizzata dal razzismo, dall’ecatombe dei fragili, dalla folle violenza bellica onnidistruttiva, dalla dittatura dei ricchi, dal regime della corruzione, dal dilagare dell’irrazionalismo e della barbarie che in Italia ha un nome preciso.
Nel ricordo di Matteotti, di Gobetti e di Gramsci, della Rosa rossa e della Rosa bianca.
O la politica è impegno per la pace e il disarmo, o non è.
Salvare le vite è il primo dovere.