La deputata Simona Suriano, ManifestA, ha aperto i lavori: uniti contro la guerra, le politiche neoliberiste e il regionalismo differenziato, il carovita, la precarietà, per la difesa dell’ambiente.
Grande la partecipazione sabato 9 luglio all’assemblea per l’Unione Popolare” a Roma (Hotel The Hive-Via Torino 6), convocata con un appello lanciato al Paese e già sottoscritto da centinaia di donne e uomini del mondo della sinistra, dai sindacati, dalle forze sociali, dai collettivi, dagli auto-organizzati e dai partiti (ManifestA, Rifondazione, Potere al Popolo, Dema). All‘iniziativa per ManifestA erano presenti la senatrice Paola Nugnes e le deputate Silvia Benedetti, Yana Ehm, Doriana Sarli, Simona Suriano.
Prima del suo intervento in una sala gremita e con molti collegamenti da remoto in attesa, Simona Suriano ha ricordato che “la partecipazione oggi a Roma dimostra che la buona politica, quella che guarda ai bisogni delle donne e uomini di questo Paese, è la leva per costituire una forza popolare e unitaria che possa ridare voce ai milioni di cittadini contrari alla guerra, alle politiche neoliberiste che devastano l’ambiente e producono povertà, precarietà e carovita. Uno strumento di lavoro, senza leaderismi, per gettare le basi per la costruzione di un’alternativa all’esecutivo Draghi e alla sua maggioranza Frankenstein “.
Quindi nell’introduzione che ha aperto i lavori, Suriano ha fatto un invito alle forze sociali :“Con la giornata di oggi non vogliamo lanciare solo un appello, ma un grido di battaglia a tutte le coscienze, a tutte le donne, a tutti gli uomini: vogliamo essere protagonisti della nostra storia, è giunto il momento di alzare la testa e cominciare a manifestare e protestare contro un modello politico ed economico che ci sta portando a sfiorare un’altra guerra globale”.
Quindi ha sottolineato, riallacciandosi alla stretta attualità dell’epidemia da Covid, come le ricadute delle politiche neoliberiste abbiamo prodotto, “gravi conseguenze sul nostro Paese in termini di assistenza sanitaria e di vittime della malattia (tra i più penalizzati secondo l’Istat) nei momenti più bui dell’emergenza e come oggi il nostro SSN rischi di essere di nuovo travolto per i continui tagli al personale”.
“Ricadute che si acuiranno con il regionalismo differenziato – ha aggiunto – che accentuerà il gap tra la sanità del sud e del nord, con realtà ospedaliere che avranno un limitato numero di posti nelle unità di cure intensive a fronte di altre che avranno più disponibilità: un bambino avrà meno qualità delle cure solo perché è nato in una regione invece di un’altra”.
Suriano ha ricordato che “un’altra Italia è possibile, se si insorge, unendosi alle lotte, alle vertenze operaie, nelle battaglia contro le mafie e il cambiamento climatico, nella contestazione delle discriminazioni, partendo dal basso e dando voce a chi non ne ha”.