“I Centri di permanenza per i rimpatri sono un’emergenza anche dal punto di vista medico sanitario e vanno chiusi, perché al loro interno non sono rispettate le più elementari misure di igiene e di assistenza.”
Lo denuncia la deputata del gruppo misto ManifestA, Doriana Sarli, dopo aver visitato, insieme alla senatrice del gruppo misto Rifondazione Comunista, Paola Nugnes, il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Gradisca d’Isonzo.
“Ieri (17 giugno) abbiamo visitato il centro e non si è visto un medico dalle 9.30 alle 17. Questa, così come tutte le altre situazioni di emergenza – bagni fuori norma, acqua solo bollente, sporcizia e spazi ridotti – è la dimostrazione dell’essere fuori da ogni contesto di civiltà giuridica e di stato di diritto”, ha continuato Doriana Sarli del Gruppo Parlamentare ManifestA (misto). “Che una persona soggetta a una detenzione amministrativa si ritrovi con meno tutele che in un carcere è inammissibile. Queste strutture sono gestite da privati con logiche solo di profitto (e in conflitto di interessi) che non hanno nulla a che vedere con un moderno approccio dei fenomeni migratori”.
“Non penso sia un caso – aggiunge Sarli – che nel corso di tutta la giornata non si sia visto un medico che in una struttura di quasi 100 persone deve fare almeno 5 ore al giorno. Quando iniziano le 5 ore ci chiediamo?”, conclude Sarli.
Fonte: ufficio stampa ManifestA