Dal 27 al 30 giugno si terrà la 12 edizione del Social Business Day, creato per condividere le esperienze dei leader e degli imprenditori del social business mondiale, che si propone di massimizzare il valore sociale, anziché ottimizzare i profitti delle attività economiche. Un modo più equo di fare economia, che valorizza le persone in un sistema virtuoso e di scambio, un momento di confronto per consolidare le esperienze sul campo che possono e devono ispirare la complessa società capitalista in cui viviamo. Fare economia in un modo diverso, che non scambia la quantità con la qualità, non marginalizza il ben-essere delle persone, non crea continui prodotti da vendere senza scopo, ma tenta di disegnare un modello di società più giusto e attento alla collettività.
Il tema dell’evento di quest’anno è intitolato “Building a New Civilization — Before The Current Civilization Destroys Us” – “Costruire una nuova civiltà, prima che l’attuale civiltà ci distrugga”. Quest’anno l’attenzione sarà incentrata sull’Africa orientale.
“L’attuale civiltà che si basa sulla massimizzazione del profitto ci ha messo su una strada suicida. Il riscaldamento globale, la concentrazione della ricchezza e la disoccupazione causata dall’intelligenza artificiale stanno portando alla nostra estinzione definitiva. Dobbiamo preparare il semenzaio di una nuova civiltà prima che l’opportunità sfugga”.
Cinque giorni di eventi, relatori e sostenitori del cambiamento sociale, un programma denso a cui si può partecipare gratuitamente online, registrandosi al seguente link: https://cutt.ly/3HGnIj6
Sarà proprio il Prof. Muhammad Yunus ad aprire i lavori del 27 giugno durante la cerimonia di apertura – secondo il Premio Nobel per la pace è necessario accellerare un processo di riprogettazione dei concetti e delle istituzioni fondamentali su cui sono organizzate le vite umane su questo pianeta.
Secondo il programma, uno dei primi contributi sarà proprio dedicato all’educazione e all’istruzione che deve essere prioritaria e accessibile a tutti, specialmente a coloro a cui è negato questo diritto a causa dello status socioeconomico. “I sistemi educativi di tutto il mondo continuano a perpetuare i loro metodi tradizionali con poca attenzione nell’insegnare agli studenti come diventare architetti di un futuro migliore. […] Dietro tutti gli insegnamenti educativi c’è qualcosa di fondamentale che deve essere impiantato nei vari metodi educativi: qual è lo scopo di tutta la vita? Una volta scoperto il tuo scopo, tutto il resto va a posto. In che modo il tuo background educativo ha plasmato il tuo modo di pensare? Cosa vorresti aver imparato dai tuoi insegnanti? Quali ritieni siano le competenze più rilevanti per il nostro mondo futuro?“. I centri Yunus hanno oggi 98 sedi nel mondo, promuovono la diffusione di pratiche sociali e strumenti educativi con l’obiettivo di raggiungere tutti.
Ma che cos’è il social business e come è nato?
Molti di noi hanno sicuramente incontrato il Prof. Yunus con la lettura del “Il banchiere dei poveri”, libro prezioso che racconta come ha avuto inizio una vera e propria sperimentazione sociale dagli esiti notevoli nel Bangladesh rurale negli anni ’70. Fu proprio nel corso di una profonda crisi nel paese che il Prof. Yunus, economista e banchiere, oltre che professore universitario, inizia a prendere coscienza della povertà devastante che lo circonda. Come egli stesso scrive nel suo celebre libro: “da quel giorno mi dedicai a disimparare la teoria e a prendere lezioni dalla realtà. Per trovarla non dovevo andare lontano: la realtà era ovunque, bastava uscire dall’aula”. È così che alla fine degli anni ’70 nasce il ‘microcredito’ – una nuova forma di prestito concesso sulla fiducia a persone povere, che non potevano dare nessuna garanzia alle banche. Fiducia – questa è stata la parola chiave del modello, credere nell’altro senza garanzie, premi e punizioni, semplicemente responsabilizzando la persona beneficiaria. Quello che nasce come un approccio di ‘aiuto’ economico diventa quasi un modello pedagogico, perché investe sul valore della persona, vede nell’altro le sue potenzialità e questo, come ben sappiamo, ha la forza intrinseca di modificare tutto il corso degli eventi. La fiducia, erogata in forma monetaria, è essenzialmente dimensione educativa, che avvia un vero e proprio processo produttivo.
Le tantissime iniziative di quegli anni diventano “uno strumento di sviluppo della persona che permette di generare reddito, occupazione, autonomia finanziaria e di impattare positivamente sulla comunità”.
Il diritto umano fondamentale di avere accesso al credito diventa la forza promotrice della nascita della Grameen Bank, ovvero la “banca del villaggio” nel 1983: “La prima banca al mondo a erogare piccoli prestiti alle persone considerate non bancabili dal circuito bancario tradizionale, fornendo loro un’alternativa reale all’usura e alla povertà”. La continua ricerca di Yunus di trovare soluzioni alla povertà, dare fiducia agli emarginati e indigenti, lo ha portato a sviluppare un nuovo modello di impresa basato su finalità sociali: il Social Business, con cui nel 2006 il Prof. Yunus e la Grameen Bank vincono congiuntamente il premio Nobel per la Pace.
Il social business ha lo scopo di risolvere un problema sociale attraverso metodi di business, a differenza di un’azienda tradizionale che ha uno scopo di lucro, i profitti sono destinati ad obiettivi sociali, oltre alla copertura dei costi dell’impresa. I progetti non nascono dal guadagno personale, ma dalla volontà di affrontare questioni importanti come l’assistenza sanitaria, l’alimentazione per bambini malnutriti, l’alloggio e servizi finanziari ai poveri, fornitura di acqua potabile sicura, l’introduzione di energie rinnovabili e molto altro ancora in modo imprenditoriale.
Il modello del Social business del Prof. Yunus è definito da 7 principi fondamentali:
1. L’obiettivo aziendale è di combattere la povertà o uno o più problemi (come istruzione, salute, ambiente) che affliggono le persone e la società; non è la massimizzazione del profitto.
2. Auto sostenibilità economica e finanziaria.
3. Agli investitori viene restituito solo il capitale iniziale investito. Nessun dividendo viene distribuito, a parte quello per restituire l’investimento.
4. Una volta che l’investimento iniziale è stato ripagato, i profitti rimangono nell’azienda per finanziare l’espansione e miglioramenti.
5. Rispettoso dell’ambiente.
6. I collaboratori sono pagati con compensi allineati al mercato, ma con condizioni di lavoro migliori.
7. Fallo con gioia.
Le difficoltà economiche enormi che si incontrano oggi a livello globale sostanzialmente derivano da un sistema capitalista che cerca costantemente di plasmare la realtà materiale, ma anche mentale delle persone. La minaccia è quella di colpire le piccole realtà locali, la micro economia, la valorizzazione identitaria e culturale a discapito di ciò che sul piano globale può creare un facile consenso, profitto, una economia senza anima.
L’evento del 12° Social Business Day, dal 27 al 30 Giugno di quest’anno, focalizzato sull’Africa orientale è assolutamente importante perché sappiamo bene quanto questo immenso territorio sia prezioso, ricco di diversità culturali uniche, che hanno avuto la forza di essere solide nel tempo, nonostante i soprusi che da intere generazioni vengono fatte, da parte dei ‘potenti’ della terra.
L’egocentrismo dell’occidente con il monopolio dell’informazione, degli interessi, dei ‘motivi sempre validi’ per agire in altri paesi con referenzialità, insieme alle pseudo convinzioni di esportazione della democrazia, soprattutto negli ultimi tempi sta mostrando le sue estreme fragilità e oltremodo la sua povertà valoriale.
È necessario attivarsi e alimentare il cambiamento sociale ora, a partire dalla nostra visone del mondo.
“Grameen mi ha insegnato due cose. Primo, la nostra conoscenza delle persone e dei modi in cui esse interagiscono è ancora molto inadeguata; secondo, ogni persona è estremamente importante . Ciascuno di noi ha un potenziale illimitato, e può influenzare la vita degli altri all’interno delle comunità e delle nazioni, nei limiti e oltre i limiti della propria esistenza. In ognuno di noi si cela molto più di quanto finora si sia avuto la possibilità di esplorare. Fino a che non creeremo un contesto che ci permetta di scoprire la vastità del nostro potenziale, non potremo sapere quali siano queste risorse. Spetta soltanto a noi decidere dove andare. Siamo noi i piloti della nave spaziale chiamata Terra . Se prendiamo sul serio i nostri compiti non potremo che arrivare là dove abbiamo pensato. Racconterò la mia esperienza perché voglio che riflettiate sul significato che può avere per voi. Se la storia di Grameen vi interessa e vi sembra credibile, sarò lieto di invitarvi a raggiungere la schiera di coloro che credono nella possibilità di costruire un mondo senza povertà e hanno deciso di lavorare per esso. Che siate giovani o vecchi, rivoluzionari, riformisti o conservatori, su questo tema potremo lavorare di concerto . Pensateci.
Muhammad Yunus, Il banchiere dei poveri, 10 luglio 1997