Il 18 Giugno dalle h 8 a Kelibia, Tunisia, riparte il progetto poetico internazionale in viaggio nel Mediterraneo della poetessa Laura Fusco. Il tema è “storie di migranti”.
Il titolo stavolta sarà “Mother’s Words”, coniato apposta per questa tappa tutta al femminile e corale, un evento in parte a distanza, che crea un ideale e simbolico ponte di versi, suoni e testimonianze tra costa tunisina e italiana.
Sempre il Mediterraneo, ma questa volta a terra e non su imbarcazioni, come nel progetto originario “Words 4 a World”. E “dall’altra parte del mare“, precisamente sulla spiaggia di Kélibia, porto fenicio che fronteggia Pantelleria.
Protagoniste della tappa italo-tunisina la poesia dell’installazione sonora che sta girando il Mediterraneo, stavolta in francese e arabo, e le voci di Jalila, Samia, Awatef, Hajer Ore. Sono i nomi di alcune delle madri tunisine di giovani che, attraversando il Mare Nostrum, non hanno trovato “fortuna”, ma sono scomparsi.
Le madri si riuniranno sulla spiaggia per ascoltare insieme l’installazione sonora che dà il titolo al progetto, e, come in un antico coro greco, racconteranno le loro storie e leggeranno in francese alcuni versi di “Canto dell’esilio”, poema tratto dalla raccolta Limbo di Fusco, che la poetessa aveva dedicato al dramma delle madri senegalesi, che si ribellano alla partenza dei figli. Un intreccio di storie e di voci di donne dal vivo e registrate, sonorizzate e mixate dal musicista Marazzi, che si mescolano e sovrappongono a quello delle onde, e che unisce madri di diversi paesi, nello stesso tentativo di riscrivere la storia e resistere al dolore e alla tragedia dell’esilio e a volte della morte di chi parte e per chi resta dei propri cari.
La collaborazione delle madri tunisine è resa possibile grazie a Patrizia Peinetti e Carovane Migranti, che fa da tramite e ha curato i contatti con loro, la loro partecipazione e l’evento sul versante tunisino. Da tempo, come lei stessa racconta “Collaboriamo con le associazioni delle madri tunisine i cui figli sono scomparsi nel tentativo di arrivare in Europa; siamo andati con la carovana a incontrarle in Tunisia e raccogliere le loro storie; le abbiamo messe in contatto con le madri mesoamericane che hanno perso i figli in viaggio verso gli Stati Uniti e da quest’anno abbiamo formato un gruppo di autoaiuto per lenire il loro dolore, trasformarlo in resistenza e denuncia contro il silenzio degli Stati e della società, e riscrivere la storia; inoltre stiamo costruendo una rete italiano-tunisina di supporto alle famiglie sia legale che psicologica”.
Un modo per riscrivere la storia che ben si inscrive nel progetto di Fusco, da sempre convinta del potere della parola e sensibile alle tematiche delle donne e madri, che riprende “Words 4 a World” con questa tappa nuova per dare voce al loro dramma e affidare ancora una volta alla poesia il ruolo di denunciare ma anche di riscrivere simboli e senso. E’ in questo segno che, dopo le collaborazioni con Amnesty e Libera, le iniziative internazionali in difesa dei diritti di donne e vittime di conflitti e violenza e per l’ambiente e il “suo viaggio di donna tra le donne migranti per dare loro voce”, stavolta affida i suoi versi e il suo progetto al Mediterraneo, dove quest’anno sono già in centinaia i migranti scomparsi.
“Ho voluto fare uscire la poesia” dice Fusco, “dai luoghi protetti in cui normalmente si legge o si ascolta e farla risuonare nei luoghi e nelle condizioni di chi su quel mare è scomparso o ha perso i propri cari” perché “sia la bellezza a cambiare lo sguardo e la Storia. Un progetto che parla della determinazione a trasformare il dolore e resistere delle donne, e diventa simbolo di vita”.