Sabato 25 giugno una delegazione di 50 persone in rappresentanza di 175 organizzazioni della società civile italiana è partita per un’iniziativa di pace nonviolenta in Ucraina.

A promuovere l’operazione di pace è il Coordinamento #Stopthewarnow, una rete di oltre 175associazioni, movimenti ed enti italiani.
L’iniziativa è coordinata da una cabina di regia composta dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, Pro Civitate Christiana, CGIL, Focsiv, Aoi, Rete italiana Pace e Disarmo, Libera contro le mafie.

Tra le associazioni aderenti vi sono Nuovi Orizzonti, ARCI, Legambiente, Focolarini, Mani Tese, Un ponte per, il Portico della pace di Bologna.

Il convoglio ha viaggiato con 40 tonnellate di beni di prima di necessità per la popolazione. A Odessa i partecipanti hanno incontrato organizzazioni della società civile, autorità religiose e civili. La carovana si sposterà poi al fronte a Mykolaïv.

Anche a Bologna , con la collaborazione di molti enti ed associazioni sono stati raccolti materiali di prima necessità ; alla carovana hanno partecipato anche alcuni volontari bolognesi. Ciò si era verificato già con il primo invio di materiali in primavera con destinazione Kiev.
Successivamente anche il Comune di Bologna e altre associazioni hanno aderito all’iniziativa di raccolta di beni di prima necessità promossa dall’associazione Italia – Ucraina.

I medicinali raccolti erano stati consegnati, dopo un difficile viaggio, alle autorità locali della città di Kharkiv, gemellata con Bologna fin dagli anni ’60 ed ora, essendo situata ad Est presso il confine con la Russia, molto bombardata e obiettivo di occupazione.
A questa seconda carovana ‘Stop the war now’ ha partecipato mons. Francesco Savino, neoeletto vicepresidente della CEI, e vescovo di Cassano allo Ionio. Fra le adesioni, quella della Conferenza Episcopale Italiana.

A Odessa gli organizzatori hanno tenuto il 27 giugno una presentazione dell’iniziativa di pace, con i rappresentanti della società civile (Caritas-Spes) e delle istituzioni religiose ucraine (Mons. Stanislav Šyrokoradjuk, Mons. MychajloBubnij, Mons. Afanasiy).
Mons. Savino ha detto, tra l’altro, nel suo intervento: “Vogliamo testimoniare che la guerra non è una soluzione, anzi è desolazione e distruzione e che la pace è possibile, anche quando c’è una testimonianza dal basso, quando cioè le associazioni, le diocesi, le chiese, il mondo organizzato in generale – quella che una volta si chiamava la società civile -,la Chiesa.

Diciamo che la pace è possibile nella misura in cui anche noi costruiamo una pace dal basso. Noi vogliamo essere lì, essere una forza di interposizione nonviolenta.

Finché crederemo nella potenza delle armi e non nella potenza del dialogo, dell’incontro, della cultura, della convivialità delle differenze -come diceva il grande don Tonino Bello alla cui scuola mi sono formato – la pace sarà sempre negata e uccisa, e prevarrà soltanto il rumore della guerra.

Siamo lì e vogliamo che il porto di Odessa sia sminato e che le navi ripartano con i cereali e con il grano. Vorrei ricordare a tutti che c’è un popolo di fratelli e sorelle africani – piccoli e anziani, uomini e donne – che sta morendo di fame.  Ora, può essere il cibo anche uno strumento di guerra ? Ormai stiamo riportando la lancetta della storia al periodo più buio del Novecento. E noi siamo a dire “mai più guerra”, “mai più le armi”.

La nonviolenza in tutte le sue forme deve essere il nostro codice spirituale e culturale, il nostro stile antropologico, di uomini e donne”.

“Vorrei fare un appello ai cari amici italiani: fate tutto il possibile per aiutare l’Ucraina a fermare questa guerra prima possibile, perché, ogni giorno che passa, muoiono tante persone, non solo soldati ma anche civili. Stop the war now, fermate la guerra adesso”. Lo ha detto il vescovo greco-cattolico Mykhaylo Bubniy, esarca di Odessa, durante la conferenza stampa che si è tenuta  a Odessa, in occasione dell’arrivo in città della “carovana della pace” .

“Oggi siamo al 124° giorno dall’inizio della guerra su vasta scala che la Russia ha lanciato contro lo Stato indipendente dell’Ucraina”, ha ricordato  il vescovo. “Ad oggi sono stati registrati più di 5mila morti, di cui moltissimi sono bambini. Questi sono solo i dati ufficiali, ma le cifre reali ci diranno che le vittime sono molte di più perché in alcuni luoghi continuano i bombardamenti che impediscono statistiche certe.
A seguito della guerra in Ucraina, circa 14milioni di persone hanno lasciato le loro case e si sono trasferite in zone più sicure del nostro Paese o all’estero”.

“Siete arrivati nel nostro Paese con una speciale missione”, ha  aggiunto l’esarca, rivolgendosi ai rappresentanti delle associazioni e dei movimenti che fanno parte della “carovana”. “Consegnare aiuti umanitari in segno di vicinanza e questo è per noi un gesto dal forte valore simbolico.  “La guerra – ha concluso Bubniy – è il più grande crimine contro l’umanità”.

(Video della conferenza stampa ad Odessa https://www.youtube.com/watch?v=VXsai4LdttU)