Il primato negativo emerge dal rapporto Ecomafia1, realizzato da Legambiente. È settima in Italia per reati accertati, terza per il numero di incendi in impianti di trattamento dei rifiuti, quarta per illeciti nel ciclo illegale dei rifiuti. Emerge che la Lombardia è la prima regione del Nord e la settima in Italia per reati accertati con 1.897 illeciti penali, il 5,4% di quelli contestati in Italia, 2.613 persone denunciate e 561 sequestri.
Risulta dunque la prima regione italiana per numero di arresti cautelari (62) e quarta per reati nel ciclo illegale dei rifiuti con 577 illeciti, il 6,9% del totale nazionale, con 643 denunce, 56 arresti e 238 sequestri, tra i tra i quali emergono nello specifico il 38,7% di rifiuti industriali e metalli pesanti e il 38,3% di fanghi di depurazione contaminati.
La regione, inoltre, si attesta all’ottavo posto per i furti di arte e del patrimonio archeologico con il 5,6% dei reati nazionali; al nono posto per numero di incendi dolosi e colposi, con 146 eventi, il 3,4% del totale nazionale e all’undicesimo per reati contro la fauna, con 357 casi, 198 arresti e 249 sequestri.
Ogni giorno si consumano 2 reati e la Provincia di Brescia è prima a livello regionale per illeciti nel settore rifiuti, cemento e contro l’ambiente. Le ecomafie hanno consolidato le loro posizioni nel Bresciano anche nel secondo anno dell’emergenza Covid.
La Lombardia è anche al nono posto per numero di incendi dolosi e colposi con 146 eventi, il 3,4% del totale nazionale e Brescia è l’epicentro del business illegale, in quanto la sua radicata vocazione industriale è un terreno fertile per gli illeciti. Prima in Lombardia su tutti i fronti, «emerge» anche a livello nazionale con la tredicesima posizione per il ciclo illegale dei rifiuti e i reati contro gli animali, al 15esimo per l’illegalità nel campo del cemento e sedicesima per reati contro l’ambiente. Nel dettaglio, nella nostra provincia nel 2020 si sono consumati 451 reati ambientali, sfociati in 207 sequestri, 373 persone denunciate e due arrestate. Bassa e Valsabbia le aree più esposte.
Brescia spicca anche nei reati contro gli animali, 193, il 54,06% a livello lombardo e il 2,35% dell’intero territorio nazionale. Un trend alimentato dall’endemica piaga del bracconaggio (reati venatori sono commessi per l’80% da cacciatori).
A livello nazionale, negli ultimi vent’anni sono state sequestrate 56.073.019 tonnellate di rifiuti, epilogo di 252 delle 522 procedure giudiziarie aperte, 2.611 arresti, 10.326 denunce ed il coinvolgimento di 1.405 aziende. Brescia e in generale la Lombardia continuano ad essere sotto attacco dell’eco-criminalità.
I dati sono stati presentati a Cascina Nascosta, a Milano, nell’ambito del convegno sulle ecomafie promosso da Legambiente Lombardia al quale hanno partecipato: il procuratore aggiunto e coordinatrice della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano Alessandra Dolci, la presidente della Commissione “Antimafia Anticorruzione, Trasparenza e Legalità” di Regione Lombardia Monica Forte, David Gentili per il comitato Antimafia del Comune di Milano, il direttore ARPA Brescia Fabio Cambielli, Marco Colombo in rappresentanza del coordinamento milanese di “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, la presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto e il responsabile del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Lombardia, l’avvocato Sergio Cannavò.
«Il ciclo illegale dei rifiuti rappresenta una vera a propria piaga per la nostra regione, ma anche le infiltrazioni ecomafiose nei cantieri, negli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, che sono tutte opere chiave della transizione ecologica» – ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.
Con l’arrivo dei fondi del PNRR e le Olimpiadi Milano-Cortina si dovrà necessariamente alzare il livello di guardia, per non subire l’assalto di vecchi e nuovi eco-criminali?
1 Rapporto realizzato da Legambiente sui dati frutto dell’attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura e dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.