Il solerte presidente Draghi in quattro e quattr’otto ha risolto il problema del gas. Dovevamo dipendere ancora dal dittatore Putin e dalle sue follie aggressive e guerrafondaie? Ed ecco che Super Mario trova la soluzione: 3 miliardi di metri cubi di gas in più dall’Algeria da subito e altri 6 miliardi nel 2023. Tra paesi civili, liberi e democratici ci si intende facile.

       Libertà e democrazia in Algeria? … Febbraio 2019: milioni e milioni di cittadini occupano le piazze. E’ la primavera algerina che prenderà il nome di Hirak, che in arabo significa semplicemente “movimento”. Il motivo scatenante è l’intenzione dell’allora  presidente di presentarsi per il quinto mandato consecutivo. La questione si risolve ma la gente resta in piazza. Il movimento è pluralista (studenti, sindacati, partiti e intellettuali progressisti, nuove aggregazioni prodotte dalla stessa lotta) ed ha una caratterizzazione fortemente pacifista. Le richieste? Più libertà, più democrazia, più reddito, o  più semplicemente “uno Stato civile e non militare”. Il movimento resta in piazza per più di due anni, malgrado la pausa dovuta al Covid, quando tuttavia si ristruttura sfruttando internet. 

       Ma il movimento è anche libertario e rifiuta qualunque possibile leadership, chiede solo una nuova Costituzione. Il potere intanto resta nelle mani delle vecchie élites, che promettono mari e monti, ma che in realtà iniziano un processo di repressione violenta contro tutti gli oppositori. Poi alla fine la nuova Costituzione la fanno davvero. Ma non cambia nulla e la gente, delusa, si astiene in massa nel referendum per la sua approvazione.

       Infine il colpo di grazia: nel codice penale viene introdotto l’art.87bis, che include nel reato di terrorismo “qualsiasi atto volto alla sicurezza dello Stato, all’unità nazionale, alla stabilità e al normale funzionamento delle istituzioni….”. Insomma qualunque opposizione, qualunque atto di dissenso è semplicemente considerato come terrorismo, comprese le notizie giornalistiche, che i padroni del vapore  arbitrariamente qualificano come  fake news. In questo modo tutti gli oppositori finiscono dietro le sbarre, anche se nessun atto di terrorismo si è registrato in questi anni. Ma come si sa: prevenire è meglio che curare!

       Oggi più di 300 attivisti sono in carcere. 40 sono in sciopero della fame, nell’indifferenza generale. Tre dei reclusi, un giornalista, un avvocato e un comune cittadino, che aveva semplicemente scritto su Facebook che rimpiangeva i tempi della rivolta, sono morti in carcere, a detta delle autorità, “per cause naturali”.

       Ciò che appare più grave e che, a parere di molti, il movimento non è affatto morto, e cova sotto le ceneri. Ma ovviamente un bel contratto con l’Italia per esportare gas è tutto grasso che cola per le élites dominanti.

       Ma che importa! W il gas “libero” e “democratico” dell’Algeria. A morte il gas dittatoriale e oligarchico dei russi!

        

        P.S. A proposito! Detto di passaggio: L’Algeria dipende proprio dalla Russia per il 50% delle importazioni agro-alimentari, e per la totalità delle importazioni di armi ( di cui è particolarmente avida, visti i venti di guerra mai sopiti col Marocco, e il problema delle forze indipendentiste della Cabilia). Un paese insomma in cui può succedere di tutto!

         Che dite? Potrebbe essere un problema? Non so! Chiedete a Draghi.