Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2022 intende fare una riflessione sulla condizione dei rifugiati nel mondo e sottolineare l’importanza del diritto degli esuli a essere protetti e tutelati nella loro dignità.
La giornata celebrativa, che ricorre il 20 giugno di ogni anno, è stata istituita nel 2001 dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNCHR) con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dei migranti, persone in fuga dalla guerra e dalla povertà che necessitano di protezione e sicurezza.
Secondo l’articolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951 il rifugiato è colui che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un de-terminato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori dal Paese di cui è cittadino e non può o vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione del suo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra”.
Attualmente nella condizione espressa nell’articolo 1A della Convenzione di Ginevra si trovano oltre 82 milioni di cittadini nel mondo.
Si tratta di un dato preoccupante che dovrebbe spingere gli Stati ad intervenire per ridurre l’entità di tale complesso fenomeno sociale, economico, politico.
Sono infatti troppi i popoli del mondo che per ragioni di mancata sicurezza nei Paesi di origine sono costretti a migrare diventando così esuli vulnerabilissimi perché non tutelati.
Secondo i dati statistici dell’UNCHR, aggiornati al 2020, fino a due anni fa erano circa 82, 4 milioni le persone in fuga dai propri Paesi a causa di persecuzioni, conflitti, violenza, violazioni di Diritti Umani o eventi che hanno gravemente turbato l’ordine pubblico.
Tra questi almeno 20,7 milioni di esuli, cifra aggiornata al 2020 ma i numeri sono certamente aumentati, si trovano sotto la protezione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
La Protezione internazionale, infatti, tramite asilo politico, tutela tutte le persone che ottengono lo status giuridico di rifugiato.
Si tratta di uomini, donne e bambini che hanno affidato il loro destino ai viaggi della speranza per ottenere protezione da un Paese straniero, unica e ultima possibilità per scappare da un destino avverso e talvolta fatale.
Quest’anno la giornata ci tocca particolarmente perché negli ultimi 10 mesi anche l’Italia si è trovata a gestire, oltre ai fenomeni migratori costanti e continui, due emergenze gravi e complesse.
La prima è iniziata l’estate scorsa, il 15 agosto, dopo la presa di Kabul da parte dei Talebani.
Da quel momento in poi chi è riuscito a fuggire dopo la capitolazione di Kabul ha trovato accoglienza in molti Stati europei e non solo, e ovviamente anche l’Italia ha cercato di dare il suo contributo accogliendo gruppi più o meno numerosi tra le varie città italiane.
E poi un’altra emergenza è iniziata dopo febbraio quando, dopo la guerra in Ucraina, milioni di sfollati hanno provato a salvare la pro-pria vita abbandonando il Paese d’origine e cercando ospitalità in tanti Paesi europei.
Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, lo scorso 24 febbraio, sono usciti dal Paese quasi 6 milioni di ucraini (dato aggiornato a maggio 2022).
L’emergenza Ucraina ha spinto ovviamente l’UNCHR a occuparsi nuovamente dell’Europa per operare immediatamente nel cuore di essa. Nei prossimi mesi i numeri già alti dei rifugiati ucraini cresceranno e la comunità internazionale dovrà occuparsi di tutte le vite in estremo bisogno umanitario.
Per fortuna qualcosa è già iniziato.
Anche stavolta, infatti, il nostro Paese ha risposto in modo immediato nel nome di tutti i diritti di cui devono godere i rifugiati in pericolo di vita.
Tra le misure che il nostro Paese ha messo in atto per sottolineare l’importanza del fenomeno migratorio ci teniamo a sottolineare il Protocollo d’intesa fra il Ministero dell’Istruzione e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, un nuovo Protocollo che consolida la collaborazione già avviata nel 2016 per promuovere nella scuola i temi dell’accoglienza, dell’inclusione e della solidarietà internazionale.
La scuola italiana, quindi, difende con forza il diritto all’istruzione.
Già lo scorso anno attraverso il progetto “Pagella in tasca” è stato promosso l’ingresso regolare in Italia con visto per studio di minori non accompagnati e attualmente rifugiati.
Inoltre con l’ultima ordinanza ministeriale in merito alla valutazione di studenti ucraini la scuola italiana ha mostrato tutta la sua volontà di accoglienza e la necessità di tutelare, oltre il diritto allo studio, il diritto dell’infanzia e dell’adolescenza. Ricordiamo infatti che i minorenni sono riconosciuti dalla Costituzione italiana, dal diritto internazionale e dalla normativa comunitaria e nazionale.
Il CNDDU è convinto della grande responsabilità dell’istituzione scolastica in quanto fucina di solidarietà, riteniamo quindi che il compito della scuola è certamente quello di stimolare la riflessione circa i fenomeni geopolitici e promuovere attività didattiche finalizzate a incoraggiare l’integrazione e l’inclusione di tutti. Per tale ragione invita a realizzare per il prossimo anno scolastico progetti attinenti all’educazione ai Diritti Umani, alla solidarietà, alla cittadinanza critica, alla promozione di una cultura di pace, contribuendo così alla costruzione di una comunità globale più giusta e solidale per “Chiunque, ovunque e sempre”.
“Chiunque, ovunque e sempre. Ogni persona ha il diritto di cercare protezione”, è lo slogan chiaro e semplice che l’UNCHR ha scelto per la Giornata Mondiale del migrante 2022.
“L’umanità che mostreremo nell’accogliere i profughi disperati, l’intelligenza con cui affronteremo i fenomeni migratori, la fermezza con cui combatteremo i trafficanti di esseri umani saranno il modo con il quale mostreremo al mondo la qualità della vita democratica.” (Sergio Mattarella).