La vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori del call center ex Alitalia non può non coinvolgere tutte e tutti.
Si tratta di 543 lavoratrici e lavoratori, che dopo avere lavorato per più di 20 anni per la compagnia di bandiera, vengono estromessi dal circuito lavorativo anche da chi avrebbe dovuto tutelarli: lo Stato. Sono per la maggior parte troppo giovani per andare in pensione e troppo vecchi per riuscire a trovare una nuova ricollocazione in una terra dove il lavoro non è un diritto!
Palermo, la Sicilia, il Sud, non possono sostenere questa importante perdita di occupazione, per la gran parte (l’80%), al femminile.
Può una società, quale l’ITA, partecipata al 100% dallo Stato, disattendere in questo modo leggi, clausole sociali, tavoli, accordi e relazioni sindacali?
Ciò che lascia sgomenti è la caduta di stile e di peso delle nostre Istituzioni.
In Sicilia è più difficile rispetto alle regioni del centro nord trovare un lavoro stabile e giustamente retribuito, quasi un sogno irrealizzabile, e questo costringe molti giovani, maschi e femmine, ad abbandonare l’isola.
Ma lo è ancora di più per le donne, il cui tasso di inattività che arriva al 65%, superando di 20 punti percentuali la media nazionale e quello di occupazione al 29,2%, pari alla situazione delle nazioni in forte arretratezza. L’impossibilità di realizzare una propria autonomia economica limita fortemente la libertà femminile e costringe spesso le donne ad una condizione di subalternità che aumenta i rischi di violenza. L’assenza delle donne, dal mondo del lavoro, determina il privarsi di saperi, competenze, intelligenze…, ha inoltre ripercussioni negative nello sviluppo economico e culturale dell’isola.
Rispetto a questa situazione, quale visione strategica ha il governo italiano a sostegno delle politiche attive per favorire l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro, ancora del tutto inefficaci, se poi non riesce minimamente a garantire quel poco lavoro che c’è?
Parlare di crisi dell’occupazione femminile, che è sempre più strutturalmente grave e rende sempre più povere le nostre famiglie e la nostra terra, diventa un mero esercizio di retorica se governo e istituzioni non intervengono fattivamente per salvare intanto i posti di lavoro già esistenti.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori del call center ex Alitalia che vivono momenti di grande tensione e preoccupazione e auspichiamo uno scatto d’orgoglio di tutte le Istituzioni perché trovino al più presto le soluzioni adeguate al mantenimento del loro posto di lavoro.
Donne CGIL Palermo
UDI Palermo
Le Onde
Donne Caffè Filosofico “Bonetti”
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