9 maggio – Oggi è l’anniversario di nascita di Rabindranath Tagore, il Kavi Guru ovvero “il poeta dei poeti” e uno dei più grandi maestri dell’India, venerato nel suo paese come un padre spirituale. Fu scrittore, poeta, musicista, pittore, saggista, filosofo e non si tirò mai indietro di fronte alle vicende politiche dell’India del suo tempo.

Vi invito a ricordarlo insieme oggi soprattutto per il suo notevole impegno nel campo dell’educazione e dell’infanzia, in cui privilegiò lo sviluppo dei bambini in una dimensione di libera armonia. Che questo possa essere un modo per fermarsi e guardare ai bambini di oggi con più attenzione e meno fretta, un modo per far risuonare dentro le parole di Tagore che parla dei bambini come esseri scesi dal cielo pieni di gioia libera e senza leggi, in un tempo presente in cui molto spesso si guarda ai bambini come piccoli adulti.

“Per la natura del bambino il potere della ragione è limite e restrizione. Egli non si cura della filosofia né dei grandi progetti dell’uomo. I vincoli della ragione gli pesano. È impossibile per lui seguire ordine e disciplina… Il bambino non può procedere osservando le regole. Egli è sceso dal cielo pieno di gioia libera e senza leggi. Non è vinto come noi da una lunga schiavitù di precetti; per questo, secondo le sue fragili forze, compone sulla sabbia e nella mente immagini varie obbedienti al suo piacere, seguendo in terra i capricci terreni di Dio.”

Tagore scopre e fa della luminosa quotidianità lo scenario in cui madre e bambino si muovono, sullo sfondo dei villaggi indiani e della natura che con il suo ritmo apre a profonde interpretazioni dell’infanzia. Nei sui canti troviamo il continuo tentativo di scoprire e rivelare con vera devozione la dimensione originaria del bambino. L’interesse per l’infanzia oltre ad essere celebrato in molti lavori come la raccolta Soissob Songhit (Canti dell’infanzia), fu lo stimolo per realizzare la scuola di Santiniketan, luogo in cui mettere in pratica gli ideali di cultura e civiltà indiana, imparare il rispetto verso se stessi e gli altri e la fiducia nelle proprie capacità. Una scuola non solo per studiare, ma anche per svolgere attività agricole ed artigianali. Fu lì che nel 1915 Gandhi si recò in visita e ricevette per la prima volta l’appellativo di Mahatma (grande anima) dallo stesso Tagore.

La Poesia di Tagore è semplice: è l’osservazione della vita, al centro di questo movimento c’è l’armonia della verità a cui la vita va dedicata e il bambino è l’incarnazione di Dio e del suo amore, “là dove il mondo si incontra in un nido”.

“Non vi è nulla di più antico del bambino. Seguendo gli insegnamenti del tempo e dei luoghi l’uomo adulto si è trasformato in tante cose; il bambino è tale e quale era centinaia di migliaia di anni fa. La figura del bambino, immutabile ed antica, emerge da sempre luminosa nella casa dell’uomo; come il primo giorno della sua comparsa così oggi egli è nuovo, tenero, ingenuo e delizioso. La ragione di questo eterno nascere e rinnovarsi è nella natura stessa del bambino, che è creazione della natura, mentre l’uomo adulto è in gran parte creatura delle sue mani.”

Qui di seguito alcuni canti che ho scelto per ricordare Tagore, il poeta dei bambini, nell’anniversario della sua nascita, contenuti nel suo libro The crescent moon – La luna crescente.

 

IL MONDO DEL BAMBINO

Vorrei poter avere un angolo tutto per me nel

cuore del mio bambino ed osservarlo nel suo ve-

ro mondo.

So che le stelle parlano con lui e il cielo si chi-

na sul suo viso per divertirlo con le sue frivole

nubi, ed arcobaleni.

Ogni cosa che sembra muta e incapace di

muoversi s’avvicina lentamente alla sua finestra

recando fiabe e cesti pieni di lucenti giocattoli.

Vorrei poter viaggiare lungo la via che attraversa la mente del bambino,

oltre tutti i confini;

dove i messaggeri vanno errando tra i domìni di

re senza storia; dove la Ragione fa aquiloni delle proprie leggi,

e li lancia, e la Verità libera le azioni dalle sue catene.

 

VOCAZIONE

Ogni giorno, quando suonano le dieci del

mattino, lungo il sentiero della scuola incontro il

venditore ambulante che grida: Braccialetti,

braccialetti di cristallo.”

Non c’è nessuna fretta in lui, non c’è strada

che sia obbligato a prendere, nessun luogo da

raggiungere, né ora in cui dover tornare a casa.

Vorrei essere un venditore ambulante, e passare il giorno sulla strada

gridando: “Braccialetti, braccialetti di cristallo.”

Alle quattro del pomeriggio, quando torno da

scuola, vedo dal cancello di quella casa il giardiniere che lavora.

Con la sua vanga fa ciò che gli pare, si imbratta i vestiti

di terra e nessuno lo rimprovera

se resta sotto il sole o se gli capita di bagnarsi.

Vorrei essere un giardiniere, e lavorare nel

giardino senza che nessuno mi interrompa.

Quando si fa sera e mia madre mi manda a

letto vedo dalla finestra aperta la guardia notturna che va su e giù.

Il sentiero è buio e solitario e la lampada sembra

un gigante con un occhio rosso sulla testa.

La guardia fa dondolare la lanterna e cammina

con la sua ombra al fianco e mai va a letto

nella sua vita.

Vorrei essere una guardia notturna,

camminare per le strade tutta la notte e cacciare le ombre con la mia lanterna.

 

L’ANGELO BAMBINO

Essi gridano e si danno battaglia, dubitano e

si disperano, non c’è tregua alle loro dispute.

Lascia che la tua vita scorra in mezzo a loro

come una vampata di luce, bambino mio, immutabile e pura,

ed in silenzio reca loro la gioia.

Essi sono crudeli in invidia e cupidigia, le lo-

ro parole sono come coltelli nascosti, assetati di

sangue.

Và e vivi in mezzo ai loro cuori ostili,

bambino mio, e fa che i tuoi occhi gentili cadano

su di loro come la pace serena della notte sulle miserie

del giorno.

Lascia che vedano il tuo volto, bambino mio,

e così conoscano il significato di tutte le cose; fa

che ti amino e si ameranno l’un l’altro.

Vieni e prendi il tuo posto nel cuore dell’infinito, bambino mio.

All’alba apri e solleva il tuo cuore come un

fiore nascente, e al tramonto reclina la testa e in

silenzio completa la preghiera del giorno.