Il variegato mondo della sinistra milanese si è dato appuntamento stamattina a pochi passi da piazza Duomo. Un lungo cahiers de doléances, un elenco che parte da quel benedetto referendum sull’acqua che 11 anni fa vide il popolo italiano alzarsi in piedi per poi essere preso in giro clamorosamente.
Tanti interventi per elencare le vergogne, ultima, enorme, quella di non invertire la rotta rispetto a una sanità che ha visto il “sistema lombardo” fare acqua da tutte le parti durante la pandemia. E poi i comitati a difesa del territorio, organizzati, uniti, almeno una cinquantina di gruppi, per evitare scempi, svendite, privatizzazioni, una su tutte: la possibile costruzione di un nuovo stadio di calcio con stravolgimento di un quartiere che mantiene ancora parecchio verde, seriamente minacciato. Un intervento anche sull’ATM, che rischia una privatizzazione più o meno strisciante.
Viene ricordato come il Ddl concorrenza ha trovato ostacoli, ma non abbastanza. Si rischia che i Comuni non abbiano più la possibilità di gestire pubblicamente l’acqua, ma debbano, affidarla ai privati. Un’amica tedesca presente al presidio mi ricorda: “E’ assurdo: a Berlino fecero una privatizzazione sull’acqua che fallì e ora stanno tornando indietro! Possibile che non si impari neppure dagli errori degli altri??”
Temi grossi, enormi, di fronte ai quali le mobilitazioni, diciamocelo, dovrebbero essere imponenti. Viene anche ricordata la possibile privatizzazione della Palazzina Liberty: per questo domani pomeriggio, domenica, ci sarà una lunga festa-presidio davanti a quell’edificio che per tanti e tante milanesi ha un significato profondo. Non c’è tregua, bisogna rispondere colpo su colpo, neanche fossimo “in guerra”…
Foto di Andrea De Lotto e Lucia Zamparo