A seguito della dichiarazione rilasciata ieri dall’avvocata Valentina Colletta alla nostra Agenzia, all’uscita dal carcere “Lorusso e Cotugno” dopo avere incontrato Francesco, uno dei tre giovani incensurati rimasto in detenzione preventiva, ancorché – così come ha precisato Fabrizio Maffioletti nel suo articolo – “in assenza di una sentenza di condanna che preveda la detenzione in carcere, in un luogo che, come molti denunciano, è potenzialmente criminogeno”, abbiamo preso atto anche della posizione espressa dalle Mamme in piazza per la libertà di dissenso che nel loro comunicato hanno chiesto: di rendere “pubblico l’esito delle indagini sui responsabili delle cariche e delle percosse agite dalle forze dell’ordine in tutte le piazze italiane”, alla ministra Lamorgese; di motivare “ la reiterazione di misure preventive cautelari così pesanti e sproporzionate solo sulla piazza Torinese”, alla ministra Cartabia.
A sostegno della posizione delle Mamme è intervenuta nella serata di ieri l’avvocata Claudia Pedrotti del Centro studi Giuridici e Consulenza Legale-UDIPalermo che ha dichiarato:
Ancora una volta esprimiamo la nostra vicinanza alle mamme di Torino che il 28 maggio hanno posto una precisa interrogazione alla ministra della Giustizia per gli esiti giudiziari sui loro figli e le loro figlie in seguito ai fatti accaduti il 28 gennaio a Torino quando la Polizia caricò pesantemente un corteo di giovani che manifestava (come in tutt’Italia) contro le norme sull’alternanza scuola lavoro dopo la morte di due minorenni esposti senza protezione al pericolo certo costituito oggi in Italia dai luoghi di lavoro. Gli studenti vennero caricati e picchiati. Fu chiesta contezza alla ministra dell’Interno che promise un’indagine ma non accadde nulla. Dopo tre mesi anziché ricevere chiarezza su quell’eccesso messo in atto dalle Forze dell’Ordine, il 12 maggio sono stati arrestati tre ragazzi e sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere. Un ventenne incensurato resterà comunque in carcere mentre gli altri due verranno posti agli arresti domiciliari ma il provvedimento ritarda ad essere eseguito per irreperibilità dei braccialetti elettronici, come ha denunciato il loro difensore.
Ormai da tempo il Movimento delle Madri di Torino si batte contro il clima di repressione politica violenta messo in atto in quei territori nei confronti degli studenti, di tutti i giovani che manifestano nelle piazze il loro dissenso. Ci uniamo alle Madri per chiedere ai Ministri competenti dell’Interno e della Giustizia una verifica sull’operato delle Forze dell’Ordine e sulla legittimità e proporzionalità delle misure cautelari comminate agli arrestati.
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