Il 9 agosto 1945 un albero di cachi sopravvisse allo scoppio della nota bomba atomica a Nagasaki. Una volta curato, le pianticelle ottenute da lui diventarono man mano un progetto di pace, prima solo in Giappone, poi nel resto del mondo.
Così come quell’albero è stata una scommessa, lo è stata pure il piccolo “bastone” ricavato da lui che è stato piantato 10 anni fa nel parco dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni a Trieste.
Ma nonostante la scommessa quest’albero invece è cresciuto rigoglioso, sfidando intemperie, il vento di bora triestino e forse anche altro quindi è arrivato poi il momento di trovarci mercoledì 27 aprile per celebrare il suo 10° compleanno!! Compleanno che ricorre proprio durante una delle più terribili guerre in Europa dopo la seconda guerra mondiale, quasi a testimoniare con questa pianta che c’è sempre bisogno di pace!
La ricorrenza è stata festeggiata con alcuni discorsi: prima Tiziana Volta di Mondo Senza Guerre e Senza Violenza, che ha ricordato la storia di questo kako e degli altri (in Italia e nel mondo), passando per il progetto della 2a Marcia Mondiale della pace e la nonviolenza che pure ha fatto tappa a questa pianta simbolo di speranza; poi Pavel Berdon del gruppo teatrale “L’Accademia della Follia” ha letto la poesia “La bomba” in italiano/sloveno del poeta pacifista Edvino Ugolini.
Ci siamo quindi dati appuntamento nuovamente davanti al kako in occasione del passaggio della 3a Marcia Mondiale per la pace e la nonviolenza prevista tra il 2024 e 2025.
I kaki per la pace di Nagasaki in Italia sono oggi 225 e sono seguiti da “Kaki tree Project“.