È la terza volta che il sindacato Unione inquilini e il Comitato per il diritto alla casa di Sesto chiedono a tutti e tutte di partecipare ad un picchetto antisfratto per difendere la stessa famiglia, in via Levi 22.
Quando arrivo, alle 9 e un quarto, ci sono già una quarantina di persone, bandiere, striscioni. La situazione è tranquilla. Mi spiegano che l’ufficiale giudiziario è già arrivato, ma il fatto che non vi sia l’ombra delle forze dell’ordine lascia ben sperare. Si rimane in strada ad aspettare, fino a che viene data conferma della notizia attesa: tutto rimandato al 14 settembre. Un sospiro di sollievo.
Si, ma non va bene lo stesso. È a questo punto che si susseguono gli interventi al microfono: viene raccontata la via crucis di tutte quelle famiglie semplicemente “povere” che a Sesto San Giovanni stanno attraversando un lungo periodo di tensione, attese, minacce di sgombero col serio rischio di trovarsi per strada. Membri del sindacato, politici locali e infine l’avvocato Montalto (già intervistato da Pressenza) raccontano la vergogna e la necessità di rispondere colpo su colpo ad un’amministrazione leghista che ha la precisa volontà di espellere i poveri dal territorio.
Ogni singola storia andrebbe raccontata: famiglie con bimbi piccoli, con figli disabili, genitori malati, messi all’angolo. Anche oggi la solidarietà ce l’ha fatta, ma è stanca. È stanca di spendere una gran quantità di energie per arginare un’ondata di razzismo e disprezzo per chi non ce la fa. Non è giusto. Non è tollerabile.
Sesto San Giovanni, simbolo di lotte e resistenza per mezza Italia, merita altro. Così interviene tra gli altri anche il candidato sindaco, Michele Foggetta, alternativo all’attuale. In tanti ripongono in una sua vittoria molte speranze, si vota tra un mese esatto.
È chiaro che sotto elezioni un’amministrazione non aveva voglia di uno sfratto con tanto di polizia, quindi per oggi è andata, ma il movimento, per far davvero cambiare rotta a questa importante città alle porte di Milano, deve crescere, e in fretta. Avranno bisogno anche di noi.