Un Primo Maggio variegato a Milano: oltre alla classica manifestazione dei confederali la mattina, nel pomeriggio si snodano diversi cortei. Diversi sindacati di base si trovano davanti ad un centro commerciale della periferia ovest per denunciare come questi luoghi restino aperti anche durante una data che sarebbe maggiormente da rispettare: sfilano all’interno del centro commerciale e poi lungo viale Certosa fino all’Arco della Pace. Da un’altra parte della città diverse realtà autorganizzate richiamano il May Day di qualche anno fa, rinominandolo “Primaggia”: un corteo colorato e rumoroso che parte dalla darsena e finisce anch’esso all’Arco della Pace. ADL Cobas organizza un pranzo popolare con lo scopo di raccogliere fondi per una nuova carovana di aiuti per l’Ucraina, poi anche loro all’Arco della Pace. Infine, S.I. Cobas e alcuni centri sociali manifestano nella zona di piazzale Loreto.
I temi si mescolano: la lotta al precariato, i diritti negati, le spese militari, la crisi, l’ingiustizia sociale. Forse c’è un po’ di stanchezza dietro questo manifestare settimanale che va avanti da due mesi, come se si dovesse attraversare un mare fatto di soprusi, di violenza, di ricatti, nella città forse più “cara” d’Italia.
Alcuni hanno deciso di rimanere a festeggiare presso le loro sedi: la Federazione Anarchica, Rimaflow. Qualcuno in mattinata aveva fatto una piccola ma intensa celebrazione per il centenario della morte di Francesco Pessina, ucciso dai fascisti la sera prima del Primo Maggio. Anche il circolo Arci Pessina ha ricordato Francesco manifestando fino al cimitero di Chiaravalle, dove la sua lapide è stata restaurata dal collettivo RAM (Restauro Arte e Memoria).
Sullo sfondo lo sciopero del prossimo 20 Maggio, contro la guerra e la politica economica conseguente, che dovrebbe vedere unite gran parte di queste realtà. Arrivederci.
Foto di Andrea De Lotto e Angelo Mulè