Gli appelli di semplici cittadini di ogni parte del mondo, la pressione politica dei senatori e dei deputati del Texas, per una volta contrari alla pena di morte e un’efficace difesa legale hanno per ora tenuto in vita Melissa Lucio, la cui esecuzione è stata sospesa il 25 aprile quando mancavano due giorni all’esecuzione.
Le nuove prove presentate dalla difesa hanno spinto la corte d’appello del Texas a rimandare il caso al tribunale che aveva condannato Lucio, 52 anni, di origini messicane, per l’uccisione di Mariah, la sua tredicesima e ultima figlia, di appena due anni. Secondo queste nuove prove, la tragica morte di Mariah potrebbe essere stata causata da una caduta accidentale dalle scale.
Nel processo del 2008, terminato con la condanna a morte, vennero presentate come prove l’attestazione di un medico giudicata in seguito priva di rigore scientifico e una dichiarazione di colpevolezza sottoscritta da Lucio al termine di cinque ore di duro interrogatorio, condotte da personale armato e iniziate la stessa notte in cui Mariah era deceduta. Molti dei giurati che si espressero per la condanna a morte hanno da allora cambiato idea.
Armando Villalobos, che rappresentava la pubblica accusa e che, in piena campagna per la sua rielezione, chiese alla giuria di pronunciarsi in favore della pena capitale, oggi sta scontando una condanna federale a 13 anni di carcere per estorsione e corruzione.