Dal Premio Nobel per la pace per il disarmo nucleare allo scioglimento della Nato.
Noi Ecopacifisti e Disarmisti siamo parte della Rete internazionale Ican insignita del premio Nobel per la pace 2017 per l’abolizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari e per il disarmo nucleare universale e a cui molte associazioni a livello nazionale e internazionale sono affiliate e sono membri attivi. Alcuni di noi attivisti Disarmisti sono stati a New York a palazzo di vetro nel 2017 con 122 nazioni e la società civile organizzata in Ican per varare il trattato di proibizione delle armi nucleari, il TPAN, un trattato Onu che in Italia e in tutti i paesi sotto l’egida Nato non è stato ancora ratificato, ossia non è passato al vaglio della legislazione parlamentare e non è stata discussa e approvata in parlamento l’adesione dell’Italia.
Nel gennaio del 2021, il trattato di proibizione delle armi nucleari è diventato attuativo, ma non per la Nato. Il TPAN è un trattato ONU che è valso alla rete internazionale Ican il Premio Nobel per la pace e ricordiamo, purtroppo, le risoluzioni Onu come in Palestina sono sempre state disattese. L’ONU andrebbe potenziata nel suo ruolo di pace internazionale.
Gli Stati Uniti vogliono stoccare le nuove bombe nucleari di ultima generazione molto più sofisticate, elaborate e mortifere le B 61-12 ad Aviano, a Ghedi e a Buchel in Germania come a Comiso negli anni ’80 in piena guerra fredda furono stoccati gli euromissili.
Noi siamo dalla parte della terra contro il flagello della guerra e stiamo attivando un coordinamento antinucleare europeo, quindi la mobilitazione dell’Europa di pace, dell’Europa dei popoli, che deriva direttamente dall’Europa di Ventotene, frutto della visione di una Europa mai più teatro di guerre come affermato appunto nel Manifesto di Ventotene, scritto dai Partigiani che ci hanno donato la Costituzione e la dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 che risultano essere un disturbo per chi vuole la guerra e per tutti i guerrafondai.
Le imposizioni della Nato.
La Nato impone all’unione europea l’innalzamento delle spese militari e questi sono fondi tolti alla transizione ecologica e alla conversione energetica.
Per questo motivo in Germania viene addirittura rallentata la rivoluzione ‘green’. E a tutto questo si adeguano le nazioni sottoposte alla Nato.
Ogni nazione Nato deve contribuire al settore militare per questo sono tolti alle spese di bilancio i fondi economici sanitari, gli investimenti nell’istruzione, nell’università e nella ricerca e nello stato sociale.
Il coordinamento antinucleare europeo, progetto in nuce negli ambienti ecopacifisti e disarmisti, prevede un grande dialogo tra est e ovest del mondo dove occorre sollevare i problemi dei trattati antinucleari come non solo il TPAN, ma anche ad esempio il trattato INF contro il nucleare che è saltato e abolito in epoca Trump.
Il nostro obiettivo è quello di far esprimere la cittadinanza europea sulla presenza delle armi nucleari nel territorio europeo e la denuclearizzazione anche civile e non vogliamo la tassonomia UE cioè l’inserimento del nucleare tra le fonti annoverate nell’elenco dei derivati dell’energia sostenibile.
La società va sensibilizzata su un orizzonte ancora più vasto della guerra in Ucraina ad esempio sui trattati antinucleari che mancano purtroppo e sono stati aboliti dal potere. E nel frattempo, si assiste a un ritorno agli euromissili ipersonici a medio raggio in una guerra limitata al teatro europeo.
Le parole per convincere i potenti a deporre le armi.
La violenza ingenera violenza. Nella guerra nessuno è vincitore, ma tutti siamo vinti. La guerra ingenera morte, distruzione, stragi e porterebbe al conflitto ultimo, alla terza guerra mondiale ossia alla guerra nucleare e a un iniziale inverno nucleare. Questo condurrebbe inesorabilmente alla fine del genere umano. Alla eliminazione totale della presenza nell’universo del genere umano e del valore della storia e dei progressi dell’umanità.
Margherita Hack diceva che siamo figli delle stelle di questa cosmogenesi femminile come di madre terra e abbiamo il diritto e il dovere di tutelare la natura dalla distruzione non solo ecologica e climatica, ma appunto anche nucleare. In questo stato di allerta, emergenza, minaccia occorrono invece corridoi umanitari, occorre sensibilizzare l’opinione pubblica contro la guerra, occorrono negoziati tra i potenti e trattative e compromessi di pace per risolvere embarghi, restrizioni, sanzioni, installazioni delle basi Nato che ingenerano guerra, violenza, morte. I massmedia non lo dicono, ma tutto questo odio innescato dal sistema di potere alimenta l’industria delle armi e l’apparato e il sistema e il complesso militare, industriale, fossile. I governi soprattutto non devono inviare armi ai Paesi belligeranti, ma devono fornire beni di prima necessità, viveri, alimentari, medicinali. Occorre che tutte le nazioni aiutino i profughi. Ogni nazione deve accoglierli attraverso i corridoi umanitari e bisogna fare molta attenzione ai bombardamenti per le centrali nucleari presenti in Ucraina e in Russia.
La guerra è solo tra Russia e Ucraina?
Non è scoppiata adesso la guerra. Noi siamo da sempre in guerra.
La guerra in Iraq, in Afghanistan, in Jugoslavia, in Libia, in Siria. I bambini continuano a morire sotto le bombe. La Nato vuole tutto questo. La Nato è un organo militare istituito dagli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale con il patto di Varsavia, l’alleanza atlantica, la cortina di ferro, il muro di Berlino. Ora queste entità geopolitiche non esistono più e per questo la Nato va eliminata. Va sciolta. E deve essere invece potenziato il ruolo dell’Onu per la pace universale.
L’equilibrio con madre terra e la natura.
Noi che siamo dalla parte dell’equilibrio vivente di cui facciamo parte, ci opponiamo alle guerre che lo violentano attentando alla vita di tutti. Ricordiamo che l’attività militare è causa di circa il 20 per cento delle emissioni di co2 e abbiamo partecipato alla cop26 di Glasgow perché questo dato terribile fosse certificato negli accordi di Parigi sul clima globale. La guerra con epicentro in Ucraina è particolarmente pericolosa perché la sua escalation può precipitare in un conflitto nucleare globale e noi sosteniamo questo fatto, ossia che dalla proibizione, non ratificata dalle potenze nucleari e dai paesi Nato, si passi alla eliminazione effettiva degli ordigni nucleari, di tutte le armi di distruzione di massa nucleari. Siamo contrari al fatto che si giochi a far crollare le economie con sanzioni energetiche, mentre dovremmo unire gli sforzi sulla Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Siamo con i popoli che risultano dai sondaggi avversare il riarmo, e siamo contro l’alimentare con l’invio di armi conflitti che possono degenerare, e non accettiamo che l’economia possa essere gestita come arma di guerra.
Proseguiamo sulle tre partite che andrebbero aperte a livello europeo: denuclearizzazione e decarbonizzazione e piani nazionali per la conversione ecologica, il lavoro verde che si innesti sulla promozione di un modello rinnovabile al cento per cento e la base per una società strutturalmente pacifica: la pace con la natura consente la pace tra gli esseri umani.