L’esposto è stato presentato stamattina dalle Associazioni Greenpeace Italia, Medicina Democratica e Pro Natura, fortemente preoccupate per le pesanti ripercussioni sulla salute delle persone delle emissioni ambientali soprattutto nel quartiere Stagno in Comune di Collesalvetti.
Un esposto alla Procura di Livorno è stato presentato questa mattina da Greenpeace Italia, Medicina Democratica e Pro Natura: oggetto è la richiesta urgente di verifiche e approfondimenti sull’impatto delle emissioni ambientali della Raffineria ENI e gli effetti sulla salute delle popolazioni delle zone limitrofe, in particolare del quartiere Stagno (Comune di Collesalvetti). L’esposto, presentato dall’avvocato Riccardo Gambi di Lucca, per conto delle associazioni, è corredato da diversi allegati, frutto di indagini e di numerosi elementi raccolti.
“Le evidenze epidemiologiche confermano un pesante impatto sulla salute dei residenti in queste zone – ha dichiarato Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica – è necessario e urgente effettuare ulteriori approfondimenti proprio nel quartiere Stagno. Lo studio Sentieri sullo stato di salute nei Siti di Interesse Nazionale ha evidenziato infatti un incremento di patologie, di malformazioni congenite e un eccesso di mortalità a Livorno e Collesalvetti. Riteniamo che ciò possa essere correlato all’esposizione alle sostanze pericolose rilasciate nell’ambiente principalmente dalla raffineria ENI”.
I “riflettori” si erano riaccesi sulla situazione della raffineria a causa dell’incidente del 30 novembre 2021 presso i forni per la produzione di lubrificanti: in quell’occasione, solo per fortuite condizioni favorevoli l’incidente non aveva provocato danni per i lavoratori, pur causando l’esteso inquinamento di una vasta area intorno agli impianti.
Ben poco degli interventi di bonifica previsti dalla legge è stato realizzato dall’ENI. “Nei mesi scorsi avevamo già denunciato pubblicamente che gli interventi di bonifica nel sito della raffineria sono, scandalosamente, fermi”, dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia. Nulla è stato realizzato e ci sono solo pochi progetti di intervento che riguardano appena il 5 per cento per i terreni e lo 0 per cento delle falde: è quello che dicono i dati del Ministero della Transizione Ecologica. Chi vive vicino ai SIN ha il diritto, come chiunque, di vivere in un ambiente pulito e non contaminato. Abbiamo l’ambiente in Costituzione e la popolazione di Stagno ha diritto a un risanamento rapido ed efficace dell’area”.
Mauro Furlani, Presidente della Federazione Nazionale Pro Natura, ha infine sottolineato che “le condizioni della ultima autorizzazione integrata ambientale della raffineria sono inadeguate e non attuano correttamente la politica europea sulla riduzione e prevenzione integrata dell’inquinamento, permettendo elevate emissioni di sostanze pericolose e cancerogene: ciò ha determinato, negli anni, ulteriori e pesanti esposizioni per le popolazioni e l’ambiente che sarebbe stato possibile prevenire”.