Il sindacato Bharatiya Kisan Union-BKU (Ekta-Ugrahan) che riunisce milioni di contadini nell’India del Nord, ha inscenato proteste in 6 luoghi durante la settimana nazionale di azione (1117 aprile) per il prezzo minimo garantito (MSP) ribadendo le proprie richieste al governo.
I manifestanti del BKU nei distretti di Sangrur, Muktsar, Fazilka e Hoshiarpur hanno inviato attraverso le autorità locali lettere di richiesta precise al premier indiano Narendra Modi.
I portavoce dell’organizzazione hanno condannato con forza il governo di Modi (del partito nazionalista indù BJP) per aver fatto marcia indietro sulla sua promessa scritta di fornire una garanzia legale per l’acquisto di tutti i raccolti sulla base di un prezzo minimo garantito.
In un memorandum inviato al primo ministro, hanno chiesto che il governo dell’Unione emani una legge con precisi vincoli, fra i quali l’aumento dei sussidi e la fornitura degli input a prezzi calmierati
I manifestanti hanno affermato che il governo, anche se ha abrogato le leggi che avrebbe rovinato gli agricoltori, e questa è stata una vittoria del movimento contadino dopo una lunga, difficile lotta, non ha ancora rinunciato alla volontà di consegnare l’intera attività agricola alle corporazioni imperialiste.
Si chiede di impedire l’entrata diretta del settore privato nel commercio dei raccolti, garantendo invece che l’acquisto da parte dei commercianti privati possa avvenire solo attraverso i mercati statali. Il governo dovrebbe fermare la speculazione in nome del commercio dei raccolti futuri e fermare l’entrata diretta delle multinazionali imperialiste e delle corporazioni locali nel commercio dei raccolti.
Si chiede anche di rafforzare il sistema di distribuzione pubblica degli alimenti di prima necessità in modo da arrivare a tutte le fasce povere. Il governo dovrebbe procurarsi e immagazzinare tutti i beni essenziali, compresi i generi alimentari, e fornirli ai bisognosi a prezzi accessibili. E smettere di seguire le linee guida dell’OMC (Organizzazione mondiale del commercio) che intende abolire l’acquisto di colture da parte dei governi e il sistema di distribuzione pubblica.
Il rapporto della Commissione Swaminathan, che ha fatto molte altre raccomandazioni nell’interesse degli agricoltori, dovrebbe essere applicato. In sintesi, le istituzioni devono garantire prezzi remunerativi per i raccolti agli agricoltori e fornire alimenti a buon mercato alle persone bisognose. Per finanziare questo sistema, si dovrebbero imporre tasse pesanti alle multinazionali imperialiste, alle corporazioni indiane e ai signori feudali. Tasse che dovrebbero essere riscosse con rigore.
Il sindacato BKU chiede anche che il governo annunci un bonus di 300 rupie per quintale agli agricoltori per compensare le perdite di produzione subite a causa delle piogge fuori stagione e degli improvvisi aumenti della temperatura.
Traduzione di Marinella Correggia