Ieri in piazza Castello le donne di Non Una di Meno, Casa delle Donne, e di molte altre sigle aderenti, hanno manifestato per la pace
Forte l’appello delle donne femministe torinesi, che hanno definito la guerra come una risultante della cultura patriarcale.
Inequivocabile l’appello alla pace e alle associazioni pacifiste. Molti gli interventi al microfono.
Le donne hanno invocato la complessità, ovvero la non polarità di giudizio, il non schierarsi ideologicamente, superficialmente, a favore dell’uno o dell’altro, pratiche concettualmente contrarie alla costruzione di pace.
Negli interventi sono emerse critiche anche al comportamento del Governo, al fatto che l’Italia sia un arsenale nucleare degli USA e della NATO.
Negli interventi è stato descritto come sia forte il legame con le femministe russe e ucraine, tutte a favore della pace, contro una guerra fratricida.
Le donne sono le principali vittime delle guerre, come civili sono fortemente a rischio, perdono i figli, spesso vengono purtroppo stuprate, una tanto ignobile quanto folle caratteristica della guerra. Uomini bestializzati, li hanno definiti, coloro che combattono, che si piegano alla folle barbarie della guerra, proprio coloro che poi in taluni casi stuprano le donne.
Gli stupri delle donne ucraine hanno un ulteriore drammatico risvolto: la difficoltà se non l’impossibilità di poter abortire, di poter interrompere le conseguenze non volute dell’orrore causato proprio da quegli uomini bestializzati.
La manifestazione si è svolta in contemporanea con altre 30 città italiane.
Le dichiarazioni di una portavoce di NUDM Torino: