Un Gingko, nato da un seme di un albero sopravvissuto all’attacco atomico del 6 agosto 1945, messo a dimora all’interno del Giardino dei Giusti della Biblioteca di San Matteo degli Armeni a Perugia nel giugno 2020 (la prima uscita dopo un periodo molto convulso a causa della pandemia). Li ho conosciuto David Grohmann (Ricercatore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali-Università degli Studi di Perugia). Abbiamo iniziato a scriverci. Ne è nato un percorso di semi verso il Libano, Beirut in particolare. Si cerca di far arrivare li qualche pianta tipica della cucina libanese con lo scopo di farle crescere nei balconi, nei piccoli spazi verdi in vasi recuperati. Il Libano è un paese che sta affrontando una crisi economica profonda. Ogni piccolo segno di aiuto, come quei semi, è benaccetto. Un semplice progetto che si inserisce in quello più ampio di Mediterraneo, Mar de Paz, progetto creato da Rafael de la Rubia durante la seconda Marcia Mondiale con lo scopo di creare Mediterraneo libero dalle testate atomiche, un area di vera pace tra tutti i popoli che si specchiano nel suo mare attraverso la cultura millenaria che lo caratterizza.
Eravamo ancora nel periodo più emergenziale della pandemia, ma abbiamo continuato a dialogare e a confrontarci nel tentativo di unire sempre di più le nostre forze. Ne è nata la partecipazione al XXX congresso ANMS dello scorso ottobre con “Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, un cammino tra le comunità”. E poi la mia andata a Perugia di novembre dove ho conosciuto Elisa Delvecchio (Professore Associato del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione-Università degli Studi di Perugia), con lei abbiamo chiacchierato per ore tra Pace e Nonviolenza, nel cercare di ipotizzare un comune cammino già dal 2022. Mentre stavamo confrontandoci ecco la guerra in Europa che da decenni non conosceva un conflitto armato. Ancora di più in noi la determinazione di concretizzare quel che crediamo nel profondo del cuore.
C’è stato l’annuncio dell’edizione straordinaria della Marcia Perugia-Assisi, dove ognuno di noi parteciperà con le proprie realtà. Avevamo però pensato anche a un evento per il giorno precedente. Abbiamo valutato tutte le possibilità ma non c’era il tempo sufficiente per organizzare qualcosa che avesse senso, che sottolineasse ancora di più che la “guerra è la guerra”, che non si costruisce la Pace con le armi (soprattutto quelle nucleari). La Pace si crea con la Nonviolenza Attiva, con quel “tratta l’altro come vorresti essere trattato”. E’ con questo spirito, quello con cui si marcerà il 24 aprile tra Perugia e Assisi che abbiamo unito le nostre forze in una serie di incontri.
Si partirà con il primo Festival del Libro della Pace e della Nonviolenza, che si terrà tra il 2 e il 5 giugno nel quartiere San Lorenzo di Roma. Proseguirà con un webinar sulla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, durante la quale chi ha partecipato racconterà il suo di cammino tra le varie comunità nel mondo, i rapporti con realtà come il Segretariato Permamente dei Summit dei premi Nobel per la Pace. E ancora il prossimo ottobre tra la Giornata Internazionale ONU dedicata alla Nonviolenza (2/10) e la Settimana Mondiale ONU sul disarmo (24-30/10) si realizzerà un incontro a sulla Nonviolenza attiva, quanto possa essere di attualità la sua forza verso la Pace. Matthai Wangari, la prima donna africana Premio Nobel per la Pace, una delle prime che ha promosso un programma per la riforestazione del continente africano ha affermato “Ognuno di noi può dare un contributo. E molto spesso cerchiamo le grandi cose e dimentichiamo che, ovunque siamo, possiamo dare un contributo. A volte mi dico, potrei solo piantare un albero, qui, ma immagina cosa sta succedendo se ci sono miliardi di persone là fuori che fanno lo stesso. Immagina solo il potere di ciò che possiamo fare”. E’ iniziato ora un lungo cammino per un Hibakujumoku di Hiroshima verso la terra di Ucraina. Non sappiamo quando arriverà là dove crescerà e con lui la Pace, ma la speranza di rinascita di vita lì e in tutti noi è molto radicata nel profondo.