La campagna “Don’t Paint It Green” (non dipingerlo di verde) lanciata da DiEM25 si oppone al “greenwashing” su gas ed energia nucleare e farà pressione sui membri del Parlamento Europeo, finché non si impegneranno a fermare la tassonomia energetica che definisce “sostenibili” il nucleare e il gas.
Nel sito internet della campagna si può partecipare in diversi modi: firmando una petizione, inviando direttamente e-mail agli eurodeputati o twittando ai politici. Inoltre si possono vedere i video di sostenitori importanti quali Yanis Varoufakis, Sabrina Fernandes e Basav Sen.
I reattori nucleari sono costosi, pericolosi e ci vogliono decenni per costruirli, e il gas naturale è un combustibile fossile, per definizione non sostenibile. Con questa proposta la UE cerca di ottenere la quadratura del cerchio, facendo in modo che le multinazionali, i cui lobbisti trascorrono così tanto tempo tra i funzionari di Bruxelles, continuino a realizzare utili, anche a scapito del nostro futuro.
Sia che venga dalla Russia o da altri regimi autoritari, il gas alimenta macchine da guerra che, oltre all’inquinamento, causano anche sofferenze indicibili e morte con violenza. Mentre ne stiamo parlando, le multinazionali stanno facendo pressione sulla UE per avere più soldi e infrastrutture per queste fonti di energia. Dobbiamo agire subito, per evitare decenni di passi indietro nella battaglia verso una transizione verde (tempo che non possiamo permetterci di perdere).
Gli esperti, e coloro che in tutta Europa si oppongono a questa tassonomia distruttiva, contano sui politici, i soli ad avere il potere di fermarla subito.
Citazione di Dušan Pajović, coordinatore della campagna di DiEM25:
“Non intendo sprecare parole per spiegare perché includere un combustibile fossile nella “tassonomia verde” sia un male. Serve solo a smascherare la corruzione dei politici a Bruxelles. D’altra parte, anche se avessimo le decine di anni necessari per una transizione significativa verso l’energia nucleare, significherebbe un massiccio trasferimento di denaro pubblico alla manciata di multinazionali che la possono realizzare, lo sviluppo e il mantenimento di un onnipresente complesso militar-industriale necessario per la sua sorveglianza, con i rischi costanti di incidenti e un arsenale di materiale radioattivo. Le forze progressive si devono coalizzare contro questo tentativo cinico e potenzialmente distruttivo della UE di mostrare il suo ecologismo di facciata.
Citazione di Yanis Varoufakis, cofondatore di DiEM25 e membro del collettivo di coordinamento:
“La riclassificazione del gas e del nucleare come “verdi” è un drammatico ricordo dell’architettura di cartello dell’Unione Europea. Dietro la facciata di un’Unione di democrazie si nasconde un’Unione di grandi capitalisti. Dietro il mito di un’Europa dei popoli si nasconde l’asse franco-tedesco, che porta avanti uno sporco scambio di favori: Parigi accetta di rendere “verde” il gas russo di cui vive l’industria tedesca, e Berlino accetta di allentare la pressione sull’industria nucleare francese. Ipocrisia è il nome della politica energetica verde della UE”.
DON’T PAINT IT GREEN – MAKE IT GREEN!
Traduzione dal tedesco di Barbara Segato. Revisione di Thomas Schmid.