la dirigente nega dibattito sulla guerra per “motivi politici” e chiama la polizia –
Gravissimo gesto di ostruzionismo alla libertà degli studenti di parlare della guerra in Ucraina a scuola.
Il @collettivoautonomoplt aveva richiesto di svolgere un dibattito sulla guerra all’interno degli spazi scolastici, perché la formazione non passa solo per lo studio della storia, della geometria e delle altre materie ordinarie.
La scuola ha un valore se riesce anche a fornire agli studenti strumenti per comprendere e mettere a critica l’esistente.
Il NO era stato motivato dalle presunte norme anti-Covid che vieterebbero i dibattiti in presenza; dopo la protesta di stamattina, esce la verità: l’istituzione scolastica ha paura che si parli della guerra in Ucraina a scuola perché potrebbero uscire punti di vista politici “di parte”.
Ieri il portavoce del Collettivo era stato persino accusato di stare fomentando “da solo” e senza giustificati motivi una protesta “personale”.
Questa mattina è arrivata la risposta: tutta la scuola si è rifiutata di entrare in classe, rimanendo in cortile in assemblea straordinaria anche dopo l’intervento della polizia!
Autorizzati o no, continueremo a protestare per i nostri diritti e a parlare di guerra a scuola!