Al termine del primo giro di colloqui con Sergey Lavrov come capodelegazione delle Repubblica Russa António Guterres, Segretario Generale dell’ONU, ha rilasciato la seguente dichiarazione che abbiamo ritenuto opportuno, come Pressenza, tradurre e riportare integralmente.
Come Segretario Generale delle Nazioni Unite, sono venuto a Mosca come messaggero di pace.
Il mio obiettivo e la mia agenda sono strettamente legati all’obiettivo di salvare vite umane e di ridurre la sofferenza.
Ho avuto una discussione molto franca con il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, ed è chiaro che ci sono due posizioni diverse su quello che sta succedendo in Ucraina.
Secondo la Federazione Russa, ciò che sta avvenendo è un’operazione militare speciale con gli obiettivi a suo tempo annunciati.
Secondo l’ONU, in linea con le risoluzioni approvate dall’Assemblea Generale, l’invasione della Russia in Ucraina è una violazione della sua integrità territoriale e un atto contro la Carta delle Nazioni Unite.
Ma è mia profonda convinzione che prima finiamo questa guerra, meglio è – per il popolo dell’Ucraina, per il popolo della Federazione Russa e per tutti gli altri, ben oltre.
Le Nazioni Unite hanno ripetutamente chiesto un cessate il fuoco per proteggere i civili e facilitare un dialogo politico teso a raggiungere una soluzione.
Finora questo non è stato possibile.
Oggi in tutto il Donbas è in corso una violenta battaglia con morte e distruzione tremende.
Molti civili vengono uccisi e centinaia di migliaia di persone sono in pericolo di vita, intrappolati dal conflitto.
Sono preoccupato per le ripetute segnalazioni di violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani e di possibili crimini di guerra, segnalazioni che richiedono un’indagine indipendente per attribuire le effettive responsabilità.
Abbiamo urgentemente bisogno di corridoi umanitari che siano veramente sicuri ed efficaci e che siano rispettati da tutti per evacuare i civili e fornire l’assistenza tanto necessaria.
A tal fine ho proposto l’istituzione di un gruppo di contatto umanitario che riunisca la Federazione Russa, l’Ucraina e le Nazioni Unite, per cercare opportunità per l’apertura di corridoi sicuri, con cessazione locale delle ostilità e per garantire che siano effettivamente efficaci.
Allo stesso tempo, riconosciamo che ci troviamo di fronte a una crisi nella crisi a Mariupol.
Migliaia di civili hanno estremo bisogno di assistenza umanitaria e molti di essere evacuati.
Le Nazioni Unite sono pronte a mobilitare pienamente le loro risorse umane e logistiche per contribuire a salvare vite umane a Mariupol.
La mia proposta è un lavoro coordinato delle Nazioni Unite, del Comitato Internazionale della Croce Rossa e delle forze ucraine e della Federazione Russa per consentire l’evacuazione sicura dei civili che vogliono andarsene, sia all’interno dello stabilimento Azovstal che in città, in qualsiasi direzione essi scelgano e per consegnare gli aiuti umanitari necessari.
Non si tratta solo di ciò che sta accadendo in Ucraina, perché stiamo vedendo ripercussioni in tutto il mondo.
La drammatica accelerazione degli aumenti dei prezzi del cibo e dell’energia, che si stava già verificando nell’ultimo anno, sta causando enormi sofferenze a centinaia di milioni di persone tra le più vulnerabili del mondo. Questo si aggiunge allo shock della prosecuzione della pandemia COVID-19 e all’accesso ineguale alle risorse, che penalizzano particolarmente i paesi in via di sviluppo in tutto il mondo.
Quindi prima si stabilisce la pace meglio è – per il bene dell’Ucraina, della Russia e del mondo.
Ed è molto importante, anche in questo momento di difficoltà, mantenere vivi i valori del multilateralismo.
Abbiamo bisogno di un mondo che sia multipolare, con istituzioni multilaterali, e queste istituzioni multilaterali devono rispettare la Carta delle Nazioni Unite e il Diritto Internazionale, riconoscendo la piena uguaglianza tra gli Stati; noi ci auguriamo che questi testi siano uno strumento che ci permetterà, ancora una volta, di riunirci come umanità e affrontare le drammatiche sfide che abbiamo davanti, dal cambiamento climatico alle epidemie e a molte altre, e in cui l’unica guerra che dovremmo combattere dovrebbe essere una guerra contro chi mette a rischio il pianeta.
Dichiarazione originale in inglese del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite; traduzione di équipe traduttori di Pressenza.