Iniziativa pubblica a Palermo del Forum Antirazzista e Amnesty International Gruppo 44 domani al Teatro Massimo (P. Giuseppe Verdi) ore 11:00: “In piazza per creare con i nostri corpi – dicono le associazioni promotrici – un ponte contro le guerre e la disumanità dei confini”. In collegamento con le piazze di Trieste, Milano, Bologna e con la musica di Chris Obehi, la danza di Decoro Urbano, le parole dei/delle testimoni delle migrazioni dal Mediterraneo e dalla rotta balcanica
Anche quest’anno dalla piazza di Palermo facciamo nostro il Manifesto di “Un Ponte di Corpi” lanciato da Lorena Fornasir, attivista sulla rotta balcanica, per costruire anche qui UN PONTE DI CORPI che possa attraversare i confini di TERRA, ma anche i confini di MARE, della Fortezza Europa.
Il Manifesto del Carrettino Verde richiama il carrettino carico di bende e medicine con cui nella Piazza della Libertà di Trieste si curano i migranti e le migranti che, dopo un viaggio infernale durato talvolta mesi o anni lungo la rotta balcanica, riescono ad arrivare in Italia.
Il documento/appello, quest’anno si concentra sul concetto di alterità e di relazione, nella consapevolezza che OGNI CORPO ESISTE SOLO IN RELAZIONE AGLI ALTRI CORPI. Questo concetto di relazione, sempre fondamentale per l’Umanità tutta, assume oggi per noi, nei giorni in cui nuovi venti di GUERRA tornano a spirare sull’Europa, una valenza in più. Non dobbiamo dimenticare che il conflitto Russia-Ucraina non può essere considerato un evento isolato, ma che deve piuttosto essere inserito nella guerra su scala globale che da anni va avanti in nome del MERCATO.
Esiste una correlazione tra i vari conflitti in corso e gli accordi che i paesi europei fanno con governi che non rispettano i DIRITTI UMANI (come la Libia, l’Egitto o la Turchia). Accordi che – accanto al commercio di ARMI e di risorse energetiche – riguardano politiche di ESTERNALIZZAZIONE DELLE FRONTIERE e controllo della mobilità delle persone MIGRANTI e dei richiedenti asilo.
Tali accordi hanno spostato le barriere di frontiera ai CONFINI esterni dell’Unione Europea, dalla Bielorussia fino alla Turchia, facendo migliaia di vittime su cui i riflettori sono spenti; hanno alzato MURI SULL’ACQUA come ci mostrano le prassi di respingimento collettivo delegato ai paesi terzi e all’agenzia FRONTEX nell’Egeo e nel Mediterraneo centrale e occidentale.
Adesso non basta sostenere le ragioni dell’accoglienza dei soli profughi ucraini nei diversi paesi europei, mentre si continua a RESPINGERE i profughi siriani, afghani o africani. Non si può fare una SELEZIONE tra bianchi e neri ai confini dell’Ucraina: vanno creati nell’immediato sistemi di evacuazione protetta e di ACCOGLIENZA immediata per TUTTE le persone costrette a fuggire dall’Ucraina, senza alcuna distinzione di nazionalità.
La crisi migratoria derivante da questo conflitto non potrà essere risolta ignorando le tragedie umanitarie già in corso ai confini esterni dell’Unione Europea, in Polonia, sulla “rotta balcanica”, alla frontiera tra Grecia e Turchia, così come nel Mediterraneo, un mare sempre più percorso da dinamiche di guerra oltre che dalle rotte migratorie.
Dalla Bosnia e dalla Croazia oggi, come un anno fa, prolunghiamo il nostro Ponte di Corpi fino ad oltrepassare il MEDITERRANEO, dove naufraga la Libertà ma anche la vita di tante donne, uomini, bambini, in fuga da guerre, fame, discriminazione.
E non dimentichiamo che:
– atroci e inaccettabili sono le torture a cui i corpi migranti vengono sottoposti nei lager libici, oltre il confine d’acqua del Mediterraneo, e nei lager di Bosnia e Croazia, oltre il confine di terra a Nord-Est dell’Europa;
– la Sicilia, al centro del Mediterraneo, è diventata piattaforma militare per le politiche di guerra degli USA e laboratorio, per i governi europei, di politiche migratorie fondate sui respingimenti e sulla criminalizzazione delle Organizzazioni Non Governative e delle navi che salvano vite nel Mediterraneo.
Oggi, come un anno fa, insieme alla FARFALLA GIALLA capace di volare oltre ogni FILO SPINATO, come quella immaginata da Liliana Segre, apriamo i confini col nostro messaggio portatore di VITA contro la VIOLENZA, portatore di CURA contro l’INDIFFERENZA