E’ stata la prima notizia che ha inaugurato la mia giornata stamattina, prima ancora degli ormai ‘consueti’ aggiornamenti dal carnaio dell’Ucraina. Apro il cellulare, ed ecco che il primo feed è NoTav Info che dice “da questa mattina all’alba tra la Valsusa e la città di Torino, è in corso un’operazione di polizia con perquisizioni nelle abitazioni al Presidio dei Mulini e al Presidio di San Didero, carcere, arresti domiciliari e obbligo di firma per diversi attivisti e attiviste.”
Faccio qualche telefonata, cerco di saperne di più, mentre per radio passano le notizie degli ennesimi episodi di repressione ai danni di attivisti/giornalisti dissenzienti in Russia – e beh (non posso fare a meno di pensare), almeno loro riescono a fare notizia persino qui in Italia, mentre qui da noi è nebbia fitta da anni su parecchi fronti del dissenso, in primis l’opposizione al TAV in Val Susa.
Sono al secondo caffè quando quel che c’era da sapere è tutto lì, nel copia/incolla delle varie testate on line, La Stampa, Repubblica, TorinoToday, tgcom24, tutte che rimbalzano la stessa velina ad effetto fin dal titolo ‘NoTav: Blitz Digos, 13 misure cautelari tra militanti dei centri sociali”. Nel testo si specifica che l’operazione, indubbiamente in grande stile, è avvenuta all’alba e simultaneamente in vari centri della Val di Susa, oltre che ai soliti Centri Sociali di Torino, ben noti incubatori di terrorismo. Varie abitazioni nei comuni di Bussoleno, San Didero, Giaglione hanno ricevuto infatti la visita delle Forze dell’Ordine, mentre le perquisizioni hanno soprattutto riguardato i presidi de I Mulini e di San Didero, per gli episodi di disordine verificatisi nei mesi scorsi. Un’operazione che la Procura di Torino aveva pronta da tempo, che non mancherà di tenere impegnate le aule del Tribunale per parecchi anni a venire, nel merito di imputazioni chissà quanto ‘criminose’ – se è vero che il fascicolo già fatto pervenire al Legal Team del Movimento NoTav si aggira sulle 130 pagine!!!
In carcere sono finiti Giorgio Rossetto, attivista storico del Movimento e del Centro Sociale Askatasuna, oltre a Umberto Raviola, altro volto noto. L’obbligo dei domiciliari è toccato invece a Donato Laviola e Alice Scavone, che abbiamo già avuto occasione di mettere a fuoco qualche mese fa tra le protagoniste più attive e generose, sulla cronica emergenza casa a Torino: giovane donna impegnata su una quantità di fronti, in difesa delle tante famiglie letteralmente scaraventate fuori di casa, insieme al collettivo Prendo Casa, oltre che all’interno di quella vera e propria Cucina di Alta Umanità che è lo Spazio Popolare Neruda di Corso Ciriè, contenitore non solo di Buona Vita per un buon numero di famiglie, ma di ogni genere di attività, dal doposcuola e ludoteca per bambini, all’ambulatorio e scuola d’italiano per migranti, ai corsi di Box, Yoga, AcroYoga, vari strumenti di difesa contro la Violenza di Genere… un Mondo Nuovo Possibile che però il sistema-Torino considera ‘antagonista’ e quindi da criminalizzare.
Tra i tanti commenti che girano in queste ore i rete ci sembra particolarmente calzante quello del Collettivo Fuori Rotta: “questi due arresti e le undici misure cautelari avvenuti stamattina non arrivano in un momento qualunque (…) L’escalation in Ucraina e la linea interventista dell’UE e del governo Draghi sta producendo un clima di guerra e in un clima di guerra la prima cosa è la tenuta interna del sistema, quindi la repressione, anche in funzione di avvertimento, di chi concretamente la mette in discussione.” Infatti: al di là delle intenzioni ‘banalmente’ repressive, di cui la Val di Susa è teatro da decenni, non si possono ignorare “le dichiarazioni degli scorsi giorni sull’accelerazione e implementazione del costituendo esercito europeo” in funzione del quale la Torino-Lione è stata (anche, ebbene sì!) concepita. Ovvero come vettore di strumentazioni e truppe militari, alla faccia di chi si aspettava la soluzione dell’inquinamento ambientale, grazie al maggior flusso di merci e passeggeri su rotaie ad alta velocità invece che su strada. E ormai siamo proprio alla resa dei conti, Bruxelles ha bisogno di vedere avanzare i lavori, i proponenti l’opera hanno bisogno di procedere con i cantieri lungo tutta la valle, non si può perdere altro tempo con operazioni di piccolo sabotaggio come è già stato sul cantiere (che però è praticamente fermo per ben altri motivi) lassù a Chiomonte, per cui: in galera i capofila della resistenza attiva, e misure cautelari, fogli di via a pioggia, denunce a vario titolo, per i ‘soliti noti ’, a titolo dissuasivo per chiunque volesse continuare.
“Non ci faremo certo intimorire da questa operazione” conclude l’ultimo post odierno di NoTavInfo. “Consapevoli che in questi tempi di guerra, crisi climatica e sociale la nostra lotta, nel nostro piccolo, è uno spiraglio per costruire una speranza per il futuro.”
L’appuntamento per esprimere solidarietà a Giorgio e Umberto che oggi si sono aggiunti ai tanti altri compagni già dietro le sbarre, è sabato, 12 marzo, ore 15, sotto il carcere Le Vallette.
E domenica sera, tutti in fiaccolata a Bussoleno.