A Milano il movimento contro la guerra ha deciso: ogni fine settimana ci sarà un’iniziativa. Oggi, domenica pomeriggio, l’appuntamento era all’Arco della PACE (sempre meglio della pace che di trionfo…), dove si sono incontrate un migliaio di persone di tutte le età. In occasioni come oggi ci si conosce quasi tutti e tutte, potremmo dire “lo zoccolo duro” del movimento per la pace, quello che suona il “basso continuo”, che non si scoraggia.
Una domenica di passaggio, dopo le grandi manifestazioni a Milano e a Roma e il presidio a Ghedi, ci si tiene stretti, ci si fa domande, le inquietudini e talvolta lo sconforto sono dietro l’angolo. Si sa che bisogna andare avanti e così quasi inaspettatamente parte un corteo, cosa che fa sempre bene. Ci si distende occupando prima una carreggiata e, dopo un po’, tutte e due. Il cielo è grigio, si guardano i palazzi intorno al Parco Sempione, bei palazzi, chissà quanto costano gli appartamenti al metro quadro… Ma quanto costano gli appartamenti in una città dopo che è stata bombardata? Ci teniamo la nostra ricchezza, siamo anche disponibili a condividerne un po’ con chi arriva, coscienti che non è poca cosa, rispetto a tre quarti del mondo.
Le popolazioni ucraine oggi erano in piazza Duomo, non ci si è incontrati, ma l’appuntamento è per sabato prossimo; nel pomeriggio un corteo partirà da Cairoli e questa volta sarà grande, dal microfono del camion lo promettono.
Si sfila per una parte di città, cercando di scacciare lo sconforto con la fierezza di esserci, fino al Castello Sforzesco. Gli Ottoni a Scoppio, in gran forma, sono la nostra bombola di ossigeno. Andiamo avanti.
Foto di Andrea De Lotto