Mentre quasi in ogni parte del Bhutan stiamo vivendo un nuovo lockdown e nella parte centrale della terra si vivono scene di guerra, sta per iniziare un nuovo anno secondo il calendario lunare e del buddismo tibetano: il losar. Pare che anche quest’ anno le celebrazioni in Bhutan siano sospese per via di un ‘virus’ che ha messo in secondo piano tutti gli altri aspetti della vita. Le regole rigide a cui siamo sottoposti non possono salvaguardare il ben-essere, il senso completo, possono proteggere il corpo fisico dalla minaccia di un virus, ma a livello mentale il dover rispettare e interfacciarsi quotidianamente con una serie di imposizioni e senza la possibilità di un punto di vista critico necessariamente crea degli scompensi. Qualche giorno fa mi sono trovata nella situazione in cui mi venisse chiesto di non attraversare la strada per andare al negozio di verdure proprio davanti a me, 2 metri aldilà, perché quella striscia di asfalto segnava il passaggio ad un altra zona diversa rispetto a quella della mia abitazione. In pochi secondi sono arrivati tre Desuung, i guardiani della Pace di cui ho parlato nello scorso articolo, per fermarmi e chiedermi di tornare indietro. Ho provato a spiegargli che la mia intenzione era semplicemente quella di andare nel piccolo negozietto davanti a me e che in tutta la zona non c’erano altri punti in cui potessi acquistare della verdura. Non sapevano bene neanche loro cosa rispondermi, al che ho preferito lasciar perdere, accettare e continuare per la mia strada.
Vi racconto questa piccola esperienza che è davvero piccola e con poca rilevanza per dirvi che questa ha comunque generato un senso di fastidio che mi sono trascinata lungo tutta la mattinata, nei confronti della regola che tiene fuori la logica e se vogliamo dirlo l’intelligenza. Ma lo dico anche perché ci unisce in questa fase mondiale di de-privazione dell’intelligenza e del senso critico davanti a fatti banali e anche ovvi, e su cui siamo abbastanza assuefatti. Parliamo di globalità, di mondialità affetta tutta da un sistema insidioso. Alcuni parlano del Bhutan come l’ultimo Shangri-la, una terra benedetta immersa nella natura selvaggia, antica nella sua cultura e tradizione millenaria, alle pendici dell’Himalaya il luogo fisico di riferimento per lo sviluppo, la conoscenza, lo studio delle energie sottili e del Buddismo, che segue il percorso della ricerca interiore. Non so fino a che punto questa bellissima espressione poetica “Shangri-La” possa realmente sposare un mondo che non è più completamente fedele al risveglio dell’autocoscienza del Sé e che cerca di riproporre un insieme di cose che provengono da altri mondi.
Quotidianamente seguo le notizie riportate dai quotidiani locali per cercare di comprendere su cosa si basa l’attenzione pubblica e leggere i commenti delle persone per provare a capire quali sono le loro riflessioni e difficoltà. Negli ultimi giorni tra le notizie continue dei media internazionali sulla situazione Ucraina-Russia, ho provato a cercare se ci fosse un commento, una posizione o riflessione da parte del paese su quello che sta succedendo. Non è apparsa nessuna notizia sui giornali locali, né sulle pagine delle organizzazioni internazionali presenti nel paese, come Unicef e Undp, né da parte del Re e del governo. Si continua a parlare solo di covid, l’unico trafiletto è comparso il 24 febbraio su The Bhutanese che dice “Il petrolio è balzato a più di 100 dollari al barile poiché diversi organi di stampa internazionali riferiscono di un attacco russo all’Ucraina. La Russia afferma di prendere di mira solo le infrastrutture militari. Questo è avvenuto subito dopo aver riconosciuto l’indipendenza di due regioni separatiste dell’Ucraina. Se il conflitto dovesse intensificarsi, si prevede che sarà la più grande guerra in Europa dalla seconda guerra mondiale. L’impatto immediato per il Bhutan sarà l’aumento dei prezzi del petrolio nei prossimi giorni”. I commenti seguiti facevano notare al giornalista come ci sia molto di più in gioco del prezzo del petrolio. La vicina India ha pubblicato un avviso dell’Ambasciata Indiana di Kyiv per tutti gli Indiani e persone provenienti dal Bhutan, Bangladesh e Nepal per l’evacuazione, soprattutto degli studenti, e sono già iniziate le operazioni; ieri sono tornati in India i primi ragazzi, accolti da un rappresentate del governo e un fiore, distribuito ad ognuno.
Poche ore fa il Dalai Lama ha pubblicato un messaggio che riporto integralmente: “Sono stato profondamente rattristato dal conflitto in Ucraina. Il nostro mondo è diventato così interdipendente che il conflitto violento tra due paesi ha inevitabilmente un impatto sul resto del mondo. La guerra è superata, la nonviolenza è l’unico modo.
Abbiamo bisogno di sviluppare un senso di unità dell’umanità considerando gli altri esseri umani come fratelli e sorelle. È così che costruiremo un mondo più pacifico. Problemi e disaccordi si risolvono meglio attraverso il dialogo. La pace genuina si ottiene attraverso la comprensione e il rispetto reciproci per il benessere dell’altro.
Non dobbiamo perdere la speranza. Il 20° secolo è stato un secolo di guerre e spargimenti di sangue. Il 21° secolo deve essere un secolo di dialogo. Prego che la pace venga rapidamente ripristinata in Ucraina. Il Dalai Lama”.
Come il Dalai Lama dice siamo tutti interconnessi – interiormente connessi – e l’interdipendenza non si basa sui confini fisici di un paese, ne una bandiera da abbracciare, ne l’essere ciechi davanti alla sofferenza degli altri. Questo non significa schierarsi, non significa trovare il buono e il cattivo in una visione dualistica, ma andare aldilà del duale e aldilà della forza distruttrice occulta e manifesta del male, per essere capaci di aprire i nostri cuori e alzarci per la Pace in ogni modo e luogo.
La parola Losar ( in tibetano: ལོ་གསར་) significa letteralmente ‘nuovo anno’, per tutti i Buddisti delle regioni himalayane il Losar viene celebrato come parte integrante della cultura, con rituali antichi e danze. In questa occasione vengono bruciate grandi quantità di incensi per gli spiriti locali, le divinità e gli esseri protettori, per portare al nuovo anno felicità e prosperità. Si tratta di un’antica tradizione del capodanno basata sia sul movimento dei corpi celesti nel cielo che sul ciclo agricolo della terra.
Ufficialmente in nuovo anno tibetano inizierà il 3 marzo, possa questo essere di buon auspicio per queste giornate difficili, ad ogni latitudine, per la terra e tutti uomini. Che sia Luce, che sia Pace!
Il sole della vera felicità brilla nella vostra vita quando cominciate ad avere a cuore gli altri.
Tutta la felicità che si trova nel mondo viene dal desiderare la felicità per gli altri. Tutta la sofferenza che si trova nel mondo viene dal volere la felicità per se stessi.