Demonizzata la diversità sessuale e aumentate le pene per l’interruzione della gravidanza.
Mentre centinaia di donne manifestavano per le strade della capitale, esigendo la fine di ogni forma di violenza su donne e bambine e chiedendo tolleranza zero contro le discriminazioni e gli aggressori, in parlamento si approvava una legge sessista, discriminatoria e antiabortista.
La Legge per la tutela della vita e della famiglia (iniziativa 5272 – decreto 18-2022), approvata a larga maggioranza l’8 marzo, non solo rifiuta la diversità sessuale e vieta di parlarne nelle scuole, ma modifica anche il codice penale e aumenta le pene per l’aborto. “Alle entità educative pubbliche e private è proibito promuovere politiche o programmi relativi alla diversità sessuale e all’ideologia di genere”, afferma il testo di legge.
Non è nemmeno consentito indicare come normali “condotte sessuali diverse dalla eterosessualità o che siano incompatibili con gli aspetti biologici e genetici dell’essere umano”. In questo senso, l’educazione sessuale sarà riservata esclusivamente ai genitori e nessun centro educativo potrà orientare sessualmente studenti e studentesse.
La nuova legge, che riconosce come nucleo famigliare solamente “il gruppo formato da padre, madre e figli che vivono con loro o che sono sotto la loro potestà”, vieta il matrimonio e qualsiasi unione di fatto tra persone dello stesso sesso. A loro viene anche negata la possibilità di adozione.
In base al concetto che ogni persona è libera di non essere d’accordo con la diversità sessuale, il decreto 18-2022 stabilisce che “nessuna persona può essere perseguita penalmente per non accettare come normale la diversità sessuale o l’ideologia di genere”.
Per ciò che riguarda l’interruzione della gravidanza, il testo di legge modifica il codice penale e aumenta le pene per l’aborto, che in Guatemala è permesso solo in caso di grave pericolo per la vita della donna. In tutti gli altri casi, le pene andranno ora dai 5 ai 25 anni di reclusione non commutabili.
Particolare preoccupazione è stata espressa da organizzazioni femministe per quelle donne che subiscono un aborto spontaneo e che potrebbero incorrere ora in sanzioni.
A coronamento di una giornata disastrosa per i diritti di milioni di persone, il Congresso iberoamericano per la vita e la famiglia ha dichiarato Guatemala City “Capitale iberoamericana per la vita”. Il presidente Alejandro Giammattei, che dovrà ora decidere se promulgare o no la legge, ha accolto favorevolmente questa decisione.
Una giornata tragica
“Oggi è un giorno tragico per i diritti umani in Guatemala. Con l’approvazione della legge 5272, le donne e le persone LGBTI vengono criminalizzate e messe a rischio”, ha affermato Jordán Rodas, procuratore per i diritti umani. Rodas ha annunciato pubblicamente la decisione dell’istituzione che dirige di presentare un’azione d’incostituzionalità contro la norma.
“Questa legge viola i diritti umani, viola accordi internazionali e convenzioni ratificate dal Guatemala. È un grave passo indietro per ciò che riguarda le libertà. Farò di tutto affinché non giunga ad avere valore di legge”, ha affermato.
Intanto, l’organizzazione Visibles, che opera per l’inclusione delle persone LGBTI, affinché possano godere del rispetto e del pieno esercizio dei loro diritti, ha respinto quella che considera una “legge che promuove l’odio, la violenza, la stigmatizzazione e la disumanizzazione di coloro che osano esigere un mondo più libero e giusto”. Una legge regressiva, assicura Visibles, “che criminalizza le ragazze, le donne e la popolazione LGBTI per l’esercizio dei loro diritti e delle libertà”.