Ci sono stati e continuano ad esserci guerre e massacri di esseri umani in tutto il mondo.  Continua la distruzione di nazioni intere con la loro ricchezza di arte e cultura. Il sistema di  potere fa di tutto per convincerci della giustezza degli interventi armati e sono state coniate  nuove espressioni, ridicoli ossimori, come guerra per la democrazia, guerra umanitaria. E  adesso il conflitto in Ucraina rischia di travolgere l’intera Europa ma, come tutte le guerre,  non giunge inaspettato e non era inevitabile. C’è dietro una storia di prove di forza, di un  passo dietro l’altro per presidiare territori, secondo la logica del non cedere nulla  all’avversario e secondo gli interessi sovranisti del capitale e dell’industria bellica. Ma questo  non è tema su cui è consentito il dibattito perché attiene ai potenti decidere dell’ordine del  mondo.

Di fronte allo scenario di feroce aggressione ci viene imposta un’unica lettura che  legittima una risposta ulteriormente aggressiva, senza margini per una valutazione critica  delle responsabilità del passato, né delle conseguenze e dei rischi per il futuro. Si alzano i  toni perfino nella dialettica interna del nostro paese, riducendo qualsiasi ragionamento allo  schieramento a favore o contro Putin. 

Pur parlando astrattamente di negoziati, non si percorrono adeguate strategie diplomatiche  per una mediazione che ponga fine al macello di donne, bambini, uomini e alla distruzione  dell’Ucraina. Al contrario aumentano le spese militari, aumenta pericolosamente  l’aggressività verbale, in una becera personalizzazione dello scontro che nulla ha a che  vedere con la cultura della risoluzione dei conflitti che da decenni viene coltivata dal  pacifismo e dal femminismo. 

Noi donne vogliamo cancellare l’idea stessa di guerra, anacronismo distruttivo che  contraddice ogni concezione progressiva e umanitaria. Vogliamo trasformare l’ordine della  forza e del dominio, che genera guerra e morte, nell’ordine dell’amore e della cura che  genera vita. 

La nostra passività ha permesso agli uomini di calpestare i nostri valori e di impadronirsi in  nome della patria del frutto delle nostre viscere, mandando al macello i figli come bestie per  fare gli interessi dei guerrafondai (Maria Occhipinti, Una donna libera)  

NON VE LO PERMETTEREMO PIÙ! 

 

La storica estraneità delle donne dai luoghi di potere maschile in cui si decidono e si  dichiarano le guerre è il punto di forza da cui gridiamo:  

NO ALLA GUERRA! NO ALLE ARMI! 

MAI PIU’ CADUTI/MARTIRI EROI DI GUERRA! 

 

Lo grideremo OGNI DOMENICA MATTINA DALLE 11,00 ALLE 13,00 PRESSO LA STATUA DELLA LIBERTÀ, monumento dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale, fino a quando  non cesserà la follia delle armi, fino a quando i potenti dell’Occidente non si siederanno con i  potenti della Russia per avviare seri negoziati di pace. 

 

UDIPALERMO – Le Rose Bianche – Donne CGIL Palermo – Coordinamento Donne ANPI Associazione Donne Islamiche FATIMA – Emily – Donne Caffè filosofico Bonetti – Fidapa  sez. Palermo Felicissima – sez. Mondello – LAB ZEN 2 – Il femminile è politico – Donne no  Muos no war – CIF

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