Sono da poco passate le 5 del pomeriggio quando la testa del corteo con l’enorme striscione della GKN con la scritta INsorgiamo a caratteri cubitali, entra in Piazza Santa Croce e dall’altra parte dell’Arno non c’è verso di scorgerne la fine.
Rullo incessante di tamburi. Una marea di bandiere e slogan e striscioni da ogni parte d’Italia. Oltre al contingente dei lavoratori GKN alla testa del corteo, ecco quello della TIM-dell’ATI, della Caterpillar, dell’Electrolux di Trevi, della Pasotti vicino a Brescia, del Cotonificio Fiorentino, e poi lo striscione degli Operai di Marradi che dovrebbero accettare la chiusura dell’impianto dove si producevano i famosi marron glacé, insomma un gioiello del Made in Italy, perché la proprietà ha deciso di delocalizzare a… Bergamo, chissà per quali logiche!
E poi lo spezzone dei Fridays For Future. E lo striscione del NoTap dalla Puglia che dice a caratteri cubitali Siamo La Natura Che Insorge. E i Comitati Giovani NoTav da Torino e da Pisa ‘perché è dai nostri territori che bisogna ripartire … perché mentre la crisi climatica è qui e ora, assistiamo allo scoppio di una guerra che dovrebbe giustificare la diversione di fondi che sarebbero così necessari per realizzare il vero cambiamento: inaccettabile!’
Una piazza importantissima quella che si è trovata oggi a Firenze ‘una piazza inclusiva, una piazza che segna la convergenza di tante componenti di una stessa richiesta sempre più urgente e unitaria di giustizia. Giustizia sociale, giustizia ambientale, un radicale cambio di paradigma, perché è di questo che abbiamo più che mai bisogno.’
Quanti saremo stati? 20.000… 80.000… 50.000… in ogni caso tanti, tantissimi, un serpente che per ore si è snodato nel centro elegante di Firenze e che accanto ai temi del lavoro, della salute, del diritto alla casa, di reali tutele per i giovani e per i migranti, oltre alla denuncia dell’alternanza Scuola Lavoro, ha urlato con particolare convinzione il più netto No alla Guerra: Fuori l’Italia dalla NATO, fuori la NATO dall’Italia, No alla Guerra dei Padroni contro la Salute e il Lavoro.
Un enorme telone con tutti i colori della pace mi sta passando davanti mentre chiudo queste note, così largo a lungo che è necessario per forza il rimbocco per farlo entrare nella piazza affollatissima. Al di là del fiume mentre il corteo non sembra avere fine, marea di bandiere e striscioni al ritmo dei tamburi. Sono i vari Si Cobas, Slai Cobas, sindacati di base, l’espressione di quella sempre più compatta resistenza che si combatte ogni giorno e anche di notte nei sempre più numerosi hub della logistica che in tutta la penisola dovrebbero giustificare il più scellerato consumo di suolo, ed è lo spezzone senz’altro più numeroso del corteo.
Giornata molto importante quella che abbiamo vissuto oggi a Firenze, che segna al tempo stesso un punto di arrivo e un momento di formidabile e unitaria ripartenza.
Foto di Cesare Dagliana