ASGI esprime sconcerto per quanto sta avvenendo ai confini tra Polonia e Ucraina dove viene impedito l’ingresso nel territorio nazionale e quindi nel territorio dell’#UE a cittadini di paesi terzi, in prevalenza africani e asiatici, regolarmente soggiornanti in Ucraina per motivi di studio o di lavoro, nonostante nel territorio ucraino sia in corso un devastante conflitto.
Si tratta di una gravissima violazione del diritto umanitario internazionale – che impone di proteggere qualsiasi civile in fuga dalla guerra – ma anche del diritto alla non discriminazione sulla base della nazionalità.
Parimenti vi è violazione del divieto di respingimento della Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati, nonché di una violazione del diritto dell’Unione, al cui rispetto la Polonia come stato membro è vincolata.
La Polonia è tenuta al rispetto dell’art.3 della Convenzione Europea per i Diritti Umani che vieta in modo assoluto il rinvio di qualsiasi persona verso luoghi nei quali essa possa essere esposta a tortura o trattamenti inumani e degradanti e ha l’obbligo di registrare le domande di asilo di tutti coloro che si presentano ai suoi valichi di frontiera senza che possa essere attuata alcuna illegittima differenziazione in base alla cittadinanza, nazionalità o altra condizione del richiedente.
Il comportamento delle autorità polacche pone in essere una forma di discriminazione basata sulla appartenenza nazionale che risulta essere in aperta violazione anche della Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale sottoscritta anche dalla Polonia.
L’inaudita gravità dei fatti sopra citati evidenzia nuovamente quanto la Polonia stia violando in modo grave e sistematico le normative internazionali ed europee in materia di asilo e di tutela dei diritti fondamentali come già avvenuto sul confine bielorusso dove migliaia di rifugiati sono stati respinti e decine di essi sono morti di stenti anche a causa della condotta delle autorità polacche.
ASGI richiama tutte le istituzioni europee, ed in primis la Commissione, ad agire con la massima fermezza richiamando la Polonia al rispetto del diritto europeo ed internazionale.