La Russia non vuole invadere l’Ucraina
Sia il presidente russo, Vladimir Putin, che il suo Segretario degli esteri, Segey Laverov, hanno ripetutamente dichiarato che la Russia non ha intenzione di invadere l’Ucraina. Anche la logica ci dice che se avessero voluto farlo, l’avrebbero fatto molto tempo fa. La minaccia di un’invasione russa dell’Ucraina è un’invenzione occidentale.
La Russia teme l’espansione a est della NATO
Per capire come si sentono i russi ad avere armi e truppe occidentali ammassate ai confini della loro nazione, dovremmo immaginare come reagirebbero gli Stati Uniti se un gran numero di armi e truppe russe fossero di stanza in Messico o in Canada.
Una promessa non mantenuta
Nel 1990, il segretario di Stato americano James Baker assicurò a Mikhail Gorbaciov che “neanche un centimetro dell’attuale giurisdizione militare della NATO si estenderà verso est”. In cambio, Gorbaciov accettò di non opporsi alla riunificazione della Germania. La Russia ha mantenuto la sua parte del patto, ma gli Stati Uniti non hanno mantenuto la loro promessa.
L’illegalità della NATO
L’ex segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite Hans Christof von Sponeck ha usato le seguenti parole per esprimere la sua opinione secondo cui la NATO sta violando la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale: “Nel Trattato Nord Atlantico del 1949, la Carta delle Nazioni Unite è stata dichiarata il quadro giuridicamente vincolante della NATO. Tuttavia, il monopolio delle Nazioni Unite sull’uso della forza, in particolare come specificato nell’articolo 51 della Carta, non è stato più accettato dalla dottrina NATO del 1999. La sfera territoriale della NATO, fino ad allora limitata alla regione euro-atlantica, fu ampliata dai suoi membri per includere il mondo intero”.
L’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite stabilisce che “I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”. Questo requisito è in qualche modo precisato dall’articolo 51, che dice che “Nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale.”
Quindi, in generale, secondo la Carta delle Nazioni Unite la guerra è illegale. L’autodifesa contro un attacco armato è permessa, ma solo per un tempo limitato, finché il Consiglio di Sicurezza non abbia avuto il tempo di agire. La Carta delle Nazioni Unite non permette la minaccia o l’uso della forza in guerre preventive, o al fine di produrre cambiamenti di regime, o per la cosiddetta “democratizzazione”, o per il dominio di regioni ricche di petrolio.
Cosa vuole il complesso militare-industriale
I complessi militari-industriali in realtà non vogliono la guerra. Quello che vogliono è un livello di tensione sufficientemente alto da giustificare bilanci militari oscenamente gonfiati. Nel 2021 il mondo ha speso circa duemila miliardi di dollari in armamenti. Questo enorme fiume di denaro, quasi troppo grande per essere immaginato, scorre come la corrente in una diabolica dinamo dalle corporazioni di armamenti immensamente ricche, per comprare i voti di politici corrotti e la propaganda dei mass media, intontiti dai quali i cittadini votano per perpetuare il sistema.
Negli Stati Uniti il complesso industriale-militare è particolarmente forte, e ha un sostegno bipartisan. Questo può spiegare le azioni aggressive del presidente americano Biden nella crisi ucraina. Tuttavia, anche se nessuno vuole la guerra, e soprattutto non una guerra nucleare suicida e potenzialmente onnicida, una situazione con tensioni molto alte può andare fuori controllo attraverso un errore tecnico o umano, attraverso l’escalation di un piccolo incidente o l’operatività sotto falsa bandiera.
La minaccia di una guerra nucleare
Guardando la storia moderna possiamo ricordare un certo numero di volte in cui il mondo è andato molto vicino alla guerra nucleare. La crisi dei missili di Cuba è un esempio, ma ce ne sono molti altri. Non possiamo continuare ad essere fortunati per sempre. Proprio come i politici e i generali che hanno iniziato la prima guerra mondiale non avevano un’idea chiara di come sarebbe stata, i nostri leader attuali sembrano non rendersi conto della natura catastrofica della guerra nucleare. A causa dell’effetto dell’inverno nucleare e degli effetti duraturi della radioattività, la nostra civiltà e gran parte della biosfera non sopravvivrebbero a una tale guerra. Nell’attuale crisi sull’Ucraina, sia gli Stati Uniti che la Russia possiedono armi nucleari più che sufficienti a distruggere completamente il mondo.
Come cittadini dobbiamo impedire ai nostri politici di perseguire questa folle politica del rischio calcolato.
Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella. Revisione di Thomas Schmid.