Basta commemorazioni, adesso i fatti per garantire la salute per tutti! Centinaia di persone da tutta la Lombardia, sotto il Palazzo della Regione alla casseruolata contro il disastro annunciato del sistema sanitario, confermato dalla cosiddetta riforma Moratti Fontana, che va cambiata dalle fondamenta.
“Se la Lombardia fosse una nazione, sarebbe all’ottavo posto al mondo con oltre 380 morti per Covid ogni 100.000 abitanti, per un totale ad oggi di 38.315 morti: un triste primato che la mette al primo posto assoluto in Italia per numero di morti e per percentuale sul totale della popolazione!”
Numeri che fanno male come un pugno allo stomaco, quelli dati da Vittorio Agnoletto, medico e docente di Globalizzazione e Politiche della Salute all’Università di Milano, nel corso della casseruolata di oggi pomeriggio sotto la Regione Lombardia, lato via Galvani, indetta dal Coordinamento lombardo per il diritto alla salute Campagna Dico 32. Numeri che sono la conseguenza diretta del progressivo “spolpamento” del servizio pubblico, che lo ha reso incapace di fronteggiare il disastro della pandemia e che rischia solo di peggiorare con la riforma sanitaria Moratti Fontana, messa in discussione persino dalla Ragioneria dello Stato!
In centinaia sono arrivati da diverse parti della Lombardia, in rappresentanza di oltre 50 associazioni aderenti e delle forze di opposizione in Consiglio Regionale. Una ventina gli interventi che si sono succeduti, accompagnati dal frastuono di pentole e casseruole e dalla musica della Banda degli Ottoni a Scoppio.
“A due anni dal paziente uno non c’è proprio nulla da commemorare né cerimonie da celebrare, se non piangere i nostri morti e chiedere giustizia – ha detto Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica a nome Coordinamento lombardo per il diritto alla salute Campagna Dico 32. “Oggi sono necessari fatti e interventi urgenti perché c’è un malato grave da curare e cioè la sanità lombarda, che è e rimane il vero paziente zero. Abbiamo richiesto al Ministro Speranza con una lettera e con una petizione (quasi 30.000 firme) di intervenire in modo significativo sulla legge 22/2021, la cosiddetta riforma della sanità targata Moratti Fontana.
La risposta è stata deludente e contraddittoria, perché limitata agli aspetti “strutturali” del servizio sanitario regionale, mentre i temi principali riguardano l’estesa privatizzazione e l’ospedalocentrismo, su cui la stessa Ragioneria dello Stato ha espresso forti perplessità. Contiamo che l’opposizione in Consiglio sappia farsi valere: le associazioni contrasteranno ulteriori derive nei territori”.
“Il presidente Fontana e l’assessore Moratti – ha sottolineato Andrea Barbato, presidente Forum Diritto alla Salute – girano per la Lombardia a inaugurare case di comunità che sono poco più di poliambulatori preesistenti o rimessi a nuovo, a cui hanno cambiato la targa all’entrata. Calati dall’alto, senza confronto con gli enti locali, rischiano di essere nulla di più che uffici di smistamento delle richieste di prestazioni, peraltro con la esplicita possibilità di gestione da parte dei privati.”