E’ grottesco che l’ex ministro Pd Marco Minniti, firmatario nel febbraio 2017 del Memorandum con la Libia con cui si istituzionalizzavano i lager per migranti, sia stato chiamato a far parte del “comitato scientifico” attorno a cui si incontreranno, dal 23 al 27 febbraio, vescovi e sindaci del Mediterraneo. La sua è una presenza che solo gli antirazzisti a corrente alternata del Pd possono ritenere opportuna.
L’ex ministro dell’Interno che definì nel 2017 “a rischio la tenuta democratica del Paese” a causa dell’arrivo di migranti e richiedenti asilo dalla Libia andrebbe, se fossimo in un contesto civile, posto sotto accusa per crimini contro l’umanità. Non si contano da quel periodo nefasto per il paese il numero di persone ricondotte per essere torturate nei lager libici, a spese dell’Italia, non si contano le vittime di naufragio, le navi di soccorso umanitario fermate dal suo Codice di condotta, che ha fatto la breve fortuna della Lega di Salvini.
Rifondazione Comunista si unisce alle associazioni laiche e religiose che non vogliono vedere un incontro realizzato per parlare di pace e di ponti fra i popoli insozzato dalla presenza di colui che, incentivando i respingimenti in mare, è responsabile di aver eretto un muro militare e legislativo inaccettabile. Che si lasci il signor Minniti a fare quanto più gli si addice, il manager della Leonardo Spa, ex Finmeccanica, principale azienda specializzata nella realizzazione ed esportazione di armi sofisticate. La bandiera della pace che dovrebbe oggi raccoglierci non può comprendere né il signor Minniti, né i guerrafondai che continuano a sostenerlo.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione
Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea