Le associazioni: chi si presenta in Questura deve ricevere un documento che dimostri la volontà di chiedere protezione. In assenza, il richiedente asilo corre il rischio di essere allontanato o trattenuto ai fini del rimpatrio.
Ore di coda senza alcun documento che provi la tentata domanda, mancanza di mediatori e informazioni difficili da raggiungere sul sito internet. Le associazioni scrivono alla Questura che risponde, ma le difficoltà rimangono.
Nei mesi scorsi numerosi cittadini stranieri hanno segnalato agli sportelli del Naga e del Naga Har di essersi recati agli Uffici della Questura di Milano di via Cagni 15, su indicazione dell’ufficio centrale, per presentare una domanda di protezione internazionale, ma di essere stati invitati a tornare più volte, dopo ore di coda, impossibilitati a presentare la domanda. Ad alcune delle persone, gli agenti in servizio hanno riferito che l’impossibilità di accedere agli stessi uffici dipendeva anche dall’assenza di mediatori nella lingua parlata dal richiedente.
Una prima richiesta di chiarimenti alla Questura
Le difficoltà nell’accesso alla presentazione della domanda di protezione internazionale riportate agli sportelli del NAGA hanno spinto le due associazioni a scrivere alla Questura di Milano il 26 novembre 2021 ricordando che:
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- l’impossibilità di accedere tempestivamente alla domanda di protezione, in assenza di una prova della presentazione dell’istanza, fa sì che il richiedente non sia in grado di provare il suo status di regolarmente soggiornante e possa pertanto essere allontanato dal territorio nazionale;
- tutti i diritti legati allo status di richiedente la protezione internazionale (tra gli altri particolarmente rilevanti quello all’accoglienza e quello di svolgere attività lavorativa) non gli possono essere riconosciuti fino alla protocollazione della sua domanda;
- l’assenza di mediatori, certamente necessari per un’adeguata informativa sulla domanda di protezione internazionale e un’adeguata assistenza al richiedente, non giustifica in alcun modo la presenza di ostacoli all’accesso alla domanda di protezione;
- al fine di agevolare l’accesso alla domanda di asilo, doveva essere reso disponibile e pubblico un “calendario” in base alla disponibilità di interpreti per ogni lingua, in modo che le persone potessero sapere in che giorno presentarsi in Questura.
La risposta della Questura
In risposta alla missiva la Questura, con una lettera del 17 dicembre 2021 ha dichiarato: “E’ stata trasferita l’attività di ricevimento di stranieri, privi di appuntamento, che si presentano all’Ufficio Immigrazione spontaneamente per l’acquisizione di informazioni in ordine ad istanze di vario genere, tra le quali quelle di protezione internazionale, precedentemente svolta presso gli uffici di via Montebello”.
Questo trasferimento al nuovo ufficio di Via Cagni era stato realizzato “per consentire una maggiore tutela e sicurezza degli utenti e un’adeguata trattazione”. Inoltre s’informava che era in corso di pubblicazione il calendario dei mediatori, oggi effettivamente disponibile sul sito della questura, sebbene non di così immediato accesso.
Quanto all’impossibilità di accedere agli uffici al fine di presentare la domanda di protezione, la Questura riferisce nella lettera che non vi è alcuna limitazione nel numero di accessi quotidiani.
La richiesta di asilo va registrata tempestivamente
Il 1° febbraio 2022 ASGI e NAGA hanno inviato nuovamente alla Questura di Milano un’ulteriore richiesta di chiarimenti alla luce delle continue segnalazioni da parte di cittadini stranieri che, dopo diverse ore di coda, continuano a non riuscire a presentare la propria domanda di protezione.
Nella lettera le associazioni hanno nuovamente richiesto che venga predisposta un’attestazione di presenza scritta da rilasciare a chi si presenta presso gli uffici di Via Cagni di Milano, con un appuntamento per i giorni successivi al fine di formalizzare la domanda e comprovare la manifestazione della relativa volontà.
In assenza di un tale documento, il richiedente asilo non sarebbe in grado di provare il proprio status, rimanendo pertanto esposto al rischio di essere destinatario di un provvedimento di allontanamento o di trattenimento ai fini del rimpatrio.
“Le difficoltà nell’accesso alla domanda di protezione internazionale riscontrate dai cittadini stranieri che si sono rivolti agli sportelli del Naga, che spesso si traducono in un’impossibilità di fatto di presentarla, costituiscono un grave impedimento all’accesso effettivo al diritto di asilo” ricordano le associazioni.
“Tali ostacoli sono illegittimi perché violano il D.Lgs. 25/2008 (come noto attuativo di una Direttiva dell’UE) che, nel descrivere la procedura di riconoscimento della protezione internazionale e la relativa fase di istruttoria, sottolinea l’importanza di un tempestivo accoglimento della manifestazione della volontà di richiedere protezione internazionale e prescrive a tal fine dei precisi termini”.