Le manganellate che abbiamo visto più volte di recente distribuire a Torino e la querelle delle dichiarazioni meritano un approfondimento
Abbiamo aspettato l’esito della manifestazione di ieri prima di pubblicare questo editoriale, come abbiamo già scritto la gestione della piazza da parte delle forze dell’ordine è stata impeccabile, riprova che ove c’è volontà è possibile farlo e che ove si faccia non capitano incidenti.
Per la giornata di ieri si è arrivati alla surreale soluzione della “passeggiata consapevole”, ovvero la stessa cosa proposta del comitato Essenon il 15 gennaio i cui manifestanti sono stati, anche loro, pesantemente manganellati.
Il Questore Ciarambino ha esposto i propri uomini all’indignazione e alla sfiducia da parte della cittadinanza. Ieri in piazza con i ragazzi erano presenti pezzi di cittadinanza per sostenerli e soprattutto per sorvegliarne l’incolumità, questo è di una gravità inaudita.
Abbiamo letto nelle dichiarazioni che un rappresentante dei ragazzi è stato convocato, cosa significa? Che per poter manifestare occorre farsi ricevere dal Questore?
Peraltro gli studenti hanno rilasciato un comunicato nel quale dichiarano: “Ieri sera, siamo venuti indirettamente a conoscenza che la Prefettura di Torino ha indetto per oggi pomeriggio un incontro tra i rappresentati degli studenti, la Questura e la stessa Prefettura. Riguardo a ciò, a nessuno dei rappresentati degli studenti è pervenuta alcuna forma di convocazione e chiarimento sui contenuti di questo ipotetico tavolo di discussione“.
A Torino si è sempre trattato in piazza, lo abbiamo visto fare moltissime volte. Il Questore non ha forse fiducia nell’operato dei propri funzionari? Abbiamo visto e documentato la competenza e professionalità con la quale in passato in talune occasioni, non semplici, i funzionari delle forze dell’ordine hanno saputo gestire la piazza nella tutela dell’incolumità di tutti.
E poi: è inquietante questo continuo riferirsi ad elementi “sovversivi” assimilabili ai centri sociali. Cosa significa? Che se chi frequenta un centro sociale partecipa ad una manifestazione allora si mena a sangue? Inoltre: la manifestazione del 28 era per Lorenzo Parelli e per l’alternanza scuola lavoro punto, come l’altra era contro il progetto dell’Esselunga, del centro congressi, e della “asfaltatura” di un luogo di aggregazione e socialità.
Ciarambino sembrerebbe non aver capito che è venuto ad operare in una città che ha una situazione politica, sociale, culturale, profondamente radicata. Qualora pensasse di cambiarla a suon di manganellate vorrebbe dire che non ha capito i torinesi.
Il risultato dei fatti del 28 gennaio è una forte risposta da parte degli studenti, la questione della morte di Lorenzo è gravissima, il problema dell’alternanza scuola-lavoro è un problema che attiene in pieno alla vita dei ragazzi. Quelle orribili scene documentate, che non vogliamo mai più vedere, hanno avuto l’unico risultato di esacerbare gli animi.
Non c’è che sperare che fatti del 15 e del 28 gennaio siano orribili capitoli di una storia finita qui e non inquietanti precedenti. Comunque per ora la preoccupazione per il futuro rimane, soprattutto per l’incolumità dei ragazzi.