E’ letteralmente kafkiana la storia, denunciata da LasciateCIEntrare, di H., cittadino svedese di origine tunisina detenuto nel CPR di Palazzo S. Gervasio (PZ)
H. è accusato in Tunisia di terrorismo, viene arrestato in Italia. In appello viene riconosciuto innocente dalle accuse mosse da Tunisi, viene quindi scarcerato e viene negata l’estraddizione nel suo Paese di nascita.
Secondo LasciateCIEntrare H. decide di passare qualche giorno in Italia col fratello prima di rientrare autonomamente in Svezia. H. ha passaporto svedese, quindi è un cittadino della Comunità Europea.
La Prefetta di Cosenza Ciaramella decide comunque di disporre l’allontanamento immediato, procedura che prevede la detenzione (non augurabile a nessuno, date le condizioni in cui versano i detenuti) in un CPR.
Ma come mai H. non risulta essere stato rilasciato dal CPR entro 96 ore come prevede la legge? Legge che peraltro crea un notevole discrimine tra persone con cittadinanza comunitaria ed extracomunitaria: chi non ha cittadinanza comunitaria può permanere in detenzione – anche inutilmente e di fatto al di fuori del criterio legislativo, visto che rimpatriano solo il 50% delle persone – fino a 4 mesi.
In pratica la Prefetta, nonostante la sentenza che scagiona totalmente questa persona dalle accuse, ne ha disposto l’allontanamento immediato ritenendola talmente indesiderabile da essere immediatamente rimpatriata in modo forzato in Svezia, tra l’altro a spese nostre.
La domanda è – e saremo lieti di pubblicare la risposta della Prefetta – se H. fosse nato in Svezia, avrebbe avuto lo stesso trattamento? Ovviamente non riterremmo soddisfacente un generico accenno ad una sospetta – visto che non risulta ci siano reati pendenti – pericolosità sociale.
Questo è un segnale del potere assegnato alle Prefetture e al Ministero degli Interni in materia di immigrazione – trattata esclusivamente cone un problema di sicurezza e ordine pubblico – materia che non prevede, in assenza di reato, l’intervento della Magistratura, potere indipendente dello Stato.
Questo potere lo abbiamo visto anche riguardo alle violenze esercitate nella repressione del dissenso degli studenti delle scuole medie superiori. Il Viminale e i suoi uffici territoriali, le Prefetture, sono organi delicatissimi che possono provocare grossi danni, come abbiamo visto, anche per quanto riguarda l’incolumità di cittadini, per di più minorenni.