Cogliamo dei segnali di buona politica che il Comune sta dando alla cittadinanza

Sono segnali attesi da tempo, che sembrano andare nella direzione della riduzione delle diseguaglianze, politiche che vanno nella direzione della tutela delle fragilità sociali. Insomma, banalmente, politiche di sinistra.

E davvero ce n’è bisogno. Politiche che certamente cominciano ad intaccare i feudi delle destre, quelle periferie sulle quali sembra finalmente si cominci a lavorare nella direzione giusta. Politiche concrete (almeno per ora) e non strombazzante demagogia sterile di fatti con la quale le destre, alle quali è stato colpevolmente stato lasciato campo politico libero, hanno “spadroneggiato” nelle periferie, di fatto un terreno ben più fertile per politiche di sinistra.

Questo alzare la voce contro il Comune, sia da parte degli esponenti regionali che comunali delle destre, dimostra quanto questi segnali si stiano dimostrando efficaci e stiano mettendo in difficoltà chi a parole si atteggia a “destra sociale” e negli atti politici dimostra tutt’altro. Basti vedere la gestione della sanità pubblica da  parte della Regione Piemonte, basta semplicemente quella.

Appaiono surreali le affermazioni di Ricca (Lega) in Consiglio Comunale sulle persone senza dimora, dichiarazioni che è ben difficile non derubricare come sganciate dalla realtà, distanti da una seppur superficiale attinenza al problema.

Perché quello che Ricca sembra non sapere, eppure per parlare di problemi sociali occorre averne conoscenza, è che ci sono persone che non vogliono andare nei dormitori, e non è che debbano andarci per forza perché Ricca lo vuole, sono persone e scelgono. Preferiscono consapevolmente dormire per strada piuttosto che in dormitorio. L’alternativa è sgombrarli e buttargli via tutto, ma Ricca questo non lo afferma, perché ben sa cosa ne pensa la cittadinanza che lui invoca non si sa bene a che titolo. Dovrebbe conoscere bene (se non le conosce, beh, forse ha sbagliato ambito di carriera) le grane politiche che Appendino, di fatto “commissariata” su queste questioni, ha avuto perseguendo politiche sociali che è difficile non definire inqualificabili e soprattutto il “successo” elettorale che le hanno fruttato alle ultime elezioni.

Sarebbe utile per tutti che Ricca andasse la sera ad assistere le persone che “non possono dormire sugli stracci”, li guardasse negli occhi, li ascoltasse, li toccasse. Dopo un anno di questa attività forse avrebbe elementi reali e concreti di conoscenza per dissertare su questo argomento.

In alternativa potrebbe piantare una tenda sotto l’ATC di c.so Dante e impiegare (molto più fruttuosamente?) il proprio tempo per far sì che le oltre 12.000 persone in attesa di una casa popolare possano ottenerla, problema che naturalmente attiene anche alle persone senza dimora. Una volta ottenuta la casa popolare per tutti, sarebbe bene che cominciasse a contribuire attivamente con tutti gli attori di fatto coinvolti in quella che è la complessa gestione di tutte quelle 12.000 persone.

Sarebbe mettersi al livello della compagine che rappresenta rispondergli: “se li può portare a casa propria”. Peraltro la Curia e l’accoglienza diffusa ad esempio lo fanno, per quanto possibile.

Quello che stiamo vedendo, con soddisfazione, è che l’approccio del Comune sembra tener presente degli aspetti di complessità che attengono alle situazioni, in particolare alle situazioni sociali.

Peccato per la parziale marcia indietro (lo 0,05%) sull’aumento comunale dell’Irpef dai 28 ai 50 mila euro annui di reddito, aspetto peraltro nel pieno del dettato costituzionale, che appare essere un costante fastidioso optional per le destre. Chissà se un insegnante di una volta assegnerebbe un bel pènso ai consiglieri Comunali di destra e alla Giunta regionale piemontese: scrivere ogni mattina per 10 volte sul diario (per Marrone – FdI – 10 volte basterebbero?) gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana, quella, per intenderci, che tra l’altro afferma i valori dell’antifascismo.

Stupiscono le scuse di Lo Russo alla cittadinanza: chi lavora per la riduzione della forbice sociale non ha nulla di cui scusarsi, semmai dovrebbe avere la decenza di “sotterrarsi” dalla vergogna chi non lo fa. Il Sindaco si dovrà semmai scusare qualora non utilizzerà quelle entrate aggiuntive con efficacia e concreto beneficio per la cittadinanza, in particolare per coloro che sono più fragili.