Attraverso le loro organizzazioni di rappresentanza, centinaia di migliaia di indigeni del Sudamerica hanno lanciato oggi un appello sollecitando l’intervento dell’opinione pubblica internazionale.
Il destino di una tribù incontattata unica è giunto al bivio tra sopravvivenza e sterminio. Il governo del Paraguay è rimasto a guardare per anni mentre la deforestazione illegale minacciava la popolazione.
L’intervento della Commissione Interamericana dei Diritti Umani e dell’ONU è più urgente che mai.
Le principali organizzazioni indigene di tutto il Sudamerica hanno lanciato oggi un appello pubblico senza precedenti chiedendo un’azione urgente che possa prevenire il genocidio di una delle tribù incontattate più minacciate al mondo.
I gruppi incontattati della tribù degli Ayoreo del Paraguay sono gli ultimi indigeni incontattati sopravvissuti in Sudamerica al di fuori del bacino amazzonico.
Quelle che un tempo erano le estese foreste del Chaco sono state abbattute e gli Ayoreo ora vivono in un’isola di foresta sempre più piccola, circondata a 360 gradi da un mare di distruzione. La zona ha il tasso di deforestazione più alto al mondo.
Nonostante gli Ayoreo abbiano presentato formalmente una rivendicazione territoriale alle autorità nel 1993, dopo lunghe ed estenuanti battaglie sono riusciti a farsi restituire solo alcuni appezzamenti di terra. La maggior parte della foresta ancestrale degli Ayoreo rimane in mani private e viene abbattuta rapidamente per far spazio agli allevamenti di bovini.La carne viene esportata principalmente in Cile, Russia e Brasile, mentre la maggior parte della pelle parte alla volta dell’Unione Europea per arrivare quasi interamente in Italia. La compagnia italiana Pasubio, una delle più grandi concerie europee, è infatti la principale acquirente di pellame paraguaiano proveniente da aree abbattute illegalmente, che viene poi destinato in gran parte al settore automobilistico.
Di fronte alla grave minaccia in cui si trova la sopravvivenza degli Ayoreo, le principali organizzazioni indigene in tutto il Sudamerica si sono unite e hanno ora lanciato uno straordinario appello pubblico all’azione.
Tra le organizzazioni ci sono:
AIDESEP (Associazione inter-etnica per lo sviluppo della foresta pluviale peruviana)
[rappresenta le comunità indigene dell’Amazzonia peruviana]
CAOI (Organismo di Coordinamento delle Organizzazioni Indigene delle Ande)
COICA (Organismo di Coordinamento delle Organizzazioni Indigene del Bacino Amazzonico)
CONFENIAE (Confederazione delle Nazioni Indigene dell’Amazzonia ecuadoriana)
FENAMAD (Federazione Nativa di Madre de Dios, Perù)
ONIC (Organizzazione Nazionale Indigena della Colombia)
ORPIA (Organizzazione Regionale dei Popoli Indigeni dello Stato di Amazonas, Venezuela)
ORPIO (Organizzazione Regionale dei Popoli Indigeni dell’Amazzonia Orientale, Perù)
UNIVAJA (Unione dei Popoli Indigeni della Valle Javari, Brasile)
Nel loro appello pubblico chiedono:
che le terre degli Ayoreo siano intestate e restituite loro con la massima urgenza;
che siano espulsi gli allevatori che ora occupano le loro terre;
che il territorio sia poi adeguatamente monitorato e protetto per prevenire ulteriore distruzione.
Le organizzazioni e gli Ayoreo ritengono che il governo prenderà provvedimenti per fermare la devastazione solo se interverranno organismi esterni come la Commissione interamericana per i diritti umani. Survival International, che lavora con Ayoreo dagli anni ‘80, sta quindi coordinando per il 23 febbraio un’azione mondiale di protesta e pressione via posta elettronica e Twitter.
Uno dei leader degli Ayoreo, Porai Picanerai, ha dichiarato: “Se lo Stato continua a non intervenire quando protestiamo contro l’invasione del nostro territorio, gli allevatori di bestiame finiranno per occupare tutta la nostra terra, i nostri parenti incontattati moriranno e presto potremmo scomparire anche noi”.
“Questo appello senza precedenti per gli Ayoreo da parte di organizzazioni indigene di tutto il Sudamerica mostra quanto sia grave la situazione in questo momento” ha dichiarato oggi Teresa Mayo, a capo della campagna per gli Ayoreo di Survival International.
“Nonostante i problemi e le gravi minacce che pendono anche sulla loro stessa sopravvivenza, hanno capito quanto urgente e disperata sia la situazione degli Ayoreo. Per anni le autorità paraguaiane sono state a guardare mentre l’inestimabile foresta di Ayoreo andava in fumo. Le immagini satellitari degli ultimi decenni mostrano un tasso di distruzione davvero terrificante. A questo punto, solo una forte pressione internazionale potrà impedire la distruzione totale dei gruppi Ayoreo incontattati e delle foreste di cui si sono presi cura per lunghissimo tempo.”
Note:
Secondo quanto documentato dal rapporto di Earthsight, nel 2018 l’Italia ha importato circa il 61% del cuoio paraguaiano. Secondo le stime del rapporto, il principale importatore, l’italiana Pasubio, importerebbe da sola il 39% del cuoio paraguaiano. Un altro grosso acquirente italiano è il Gruppo Mastrotto.
Tra le aziende automobilistiche che acquistano cuoio proveniente da allevamenti responsabili del disboscamento illegale della foresta Ayoreo, sempre secondo il rapporto di Earthsight, ci sono BMW e Jaguar Land Rover.