La Carta dei diritti delle persone senza dimora, che ogni comune dovrebbe adottare, afferma nell’articolo XI:

Il diritto ad effettuare tutto ciò che può consentire la sopravvivenza, nell’ambito della legge. Mentre il Comune cerca di fare di tutto perché nessuno sia escluso e si trovi a dover sopravvivere, riconosciamo che laddove non vi siano altre possibilità pratiche come il ricorso al recupero di generi alimentari e all’elemosina, non vengano vietate o confinate in aree specifiche della città.

Ultimamente, nelle principali città italiane come Roma e Milano, i senza fissa dimora si trovano ad essere sempre più emarginati fino ad ostacolarne la distribuzione di alimenti da parte delle associazioni di volontariato. A Milano 2 giorni fa, come riporta l’associazione Mutuo soccorso Milano APS, c’è stato un altro ennesimo sgombero di una famiglia che risiedeva nelle case popolari di Via Porpora. Invece, a Roma ai volontari della casa famiglia Lodovico Pavoni è stato impedito persino donare un semplice panino ai senzatetto della stazione di Roma Termini. (vedi video ANSA).

Padre Carlo, membro della casa famiglia, che abbiamo sentito telefonicamente, commenta: “Io comprendo le ragioni del corpo di vigilanza e anche dei Carabinieri, ma non posso non considerare di primaria importanza la situazione di estrema indigenza in cui versano queste persone. Auspico che tutti possiamo metterci una mano sulla coscienza, cercando tutti insieme di trovare una soluzione più risolutiva del semplice donare un panino.”

I senzatetto, come afferma Padre Carlo, oggi vivono in estrema povertà e sono vittime anche di una politica che emargina sempre più gli ultimi. Ultimi che lasciamo vivere nelle periferie più lontane della nostra umanità, così da non far destare i nostri sentimenti. Basterebbe poco per addolcire la vita di questi esseri umani e invece la maggior parte delle persone, incluso lo stato, non fanno altro che alzare sempre di più le barriere che ostacolano lo sviluppo dell’essere umano. Il progresso della tecnologia ha reso le persone sempre più chiuse nelle loro vite, rendendole impermeabili ai bisogni del mondo esterno. Sarebbe sufficiente alzare lo sguardo, guardarsi intorno e soffermarsi su chi vive momenti di difficoltà, come chi estremo tra gli ultimi ha perso tutto. Un senzatetto, un emarginato andrebbe guardato con occhi che tendono verso noi stessi perché potrebbe accadere anche a noi. Nessuno è immune agli imprevisti della vita.

La Carta dei diritti delle persone senza dimora (Homeless Bill of Rights) impegna il comune a sostenere e a esaminare le cause della povertà dei senza dimora. Il documento si adatta alle esigenze del comune e può essere rivisitata in base alla situazione della città. Grazie a questa carta dei diritti il comune cerca di costruire un ambiente meno ostile e più accogliente, coinvolgendo più persone possibili.

Sono numerose le città europee che hanno già firmato questa carta; è possibile firmarla o incoraggiare la firma qui https://www.housingrightswatch.org/billofrights

I sindaci di Roma e Milano (e anche altri) dovrebbero discutere sull’approvazione di questa Carta, con l’intenzione di garantire un tenore di vita adeguato a tutti i cittadini. Le città che si definiscono democratiche dovrebbero smetterla di rendere ancora più difficile la vita dei senza dimora. Fuggire dal problema, investendo in operazione costose di punizione, non lo risolve ma lo rende ancora più difficile da sradicare. Ora, interventi di assistenza e di protezione possono essere un primo passo per una società più inclusiva e più umana.