Da domani, le cittadine e i cittadini che sostengono la campagna torneranno con sit-in davanti alla sede del MiTE, alla ricerca di un dialogo con il Ministero e di un incontro pubblico con il Ministro stesso e altri esponenti del governo in carica.
Dato il clima di tensione che percepiscono anche le cittadine e i cittadini che hanno preso parte alle azioni di disobbedienza civile nonviolenta, da domani, martedì 8 febbraio, alcune persone hanno intenzione di dare inizio a uno sciopero della fame volto a rivendicare le medesime richieste portate avanti fino ad oggi.
La campagna Ultima Generazione è arrivata a un punto di svolta.
Due azioni il 1° e il 2 febbraio al Ministero della Transizione Ecologica hanno fatto scalpore e scalfito il sipario mediatico che era calato sul tema climatico.
Il MiTE è stato scelto come target della campagna perché continua a fare lobbying a livello europeo affinché vengano prese posizioni meno forti sulla crisi climatica, come ha fatto al G20 e alla COP26 e come ha continuato a fare per inserire il gas e il nucleare nella tassonomia UE delle risorse green.
Eppure l’urgenza della situazione è evidente: secondo le Nazioni Unite, negli ultimi 50 anni gli eventi meteorologici catastrofici hanno ucciso 2 milioni di persone.
Inoltre, l’inverno anomalo del 2022 porterà gravi conseguenze per l’agricoltura italiana.
La scelta di mettere al centro del rischio solamente i propri corpi anche, se necessario, con lo sciopero della fame, dimostra che dietro le azioni della campagna non si nasconde alcun sentimento violento ma solo una insostenibile paura di essere davvero l’Ultima Generazione a poter fare qualcosa perché il nostro Paese rimanga vivibile.