In un ambiente di entusiasmo e festa popolare, senza dimenticare l’esigenza di giustizia per le tante vittime del colpo di stato e della repressione, tra le urla della folla “sí, se pudo”, “ni olvido, ni perdón”, “sangre de mártires, semilla de libertad”[1], Xiomara Castro ha assunto la presidenza dell’Honduras per i prossimi quattro anni, ponendo fine a duecento anni di bipartitismo e di presidenti uomini.
Catene e tradizioni sono state spezzate ed è stato possibile solo grazie al voto di massa – più di 1,7 milioni e oltre il 51% delle preferenze – e alla volontà della maggioranza di honduregni e honduregne, come ha ricordato la presidentessa all’inizio del suo discorso.
Castro ha prestato giuramento dinanzi alla giudice Karla Rivera e alla presenza del presidente del Congresso, Luis Redondo, che le ha poi fatto indossare la fascia presidenziale turchese e bianca. Poco dopo hanno prestato giuramento anche i tre vicepresidenti Doris Gutiérrez, Salvador Nasralla e Renato Pineda.
Alla cerimonia hanno partecipato circa 60 delegazioni, tra cui i vicepresidenti di Argentina e Stati Uniti, Cristina Fernández e Kamala Harris, il re Felipe VI di Spagna, gli ex presidenti di Brasile e Paraguay, Dilma Roussef e Fernando Lugo, presidenti, ministri degli esteri, alti funzionari e diplomatici di Bolivia, Costa Rica, Cuba, El Salvador, Messico, Nicaragua, Panama, Unione Europea, Venezuela.
Dopo il giuramento, la presidentessa Xiomara Castro è intervenuta (qui il video integrale del discorso) evidenziando le gravi difficoltà che dovrà affrontare a seguito del saccheggio perpetrato dai governi che si succeduti dopo il colpo di stato del 2009.
I dati reali della tragedia sociale ed economica che deve affrontare l’Honduras parlano di uno Stato in bancarotta, di un aumento del 700% del debito interno e del 319% del debito estero, di più di 200 mila impiegati pubblici, la maggior parte dei quali fanno parte della rete clientelare costruita dall’ex partito di governo per mantenersi al potere. Tutto ciò consuma più del 50% del bilancio pubblico, ha portato il 74% della popolazione a vivere in condizioni di povertà, e migliaia di persone a fuggire verso il nord del continente.
Per far fronte a questo scenario, Castro ha annunciato l’inizio di una trattativa coi creditori nazionali e internazionali per la ristrutturazione del debito.
“Abbiamo il dovere di ripristinare un sistema economico basato sulla trasparenza, l’efficienza produttiva e la giustizia sociale nella distribuzione della ricchezza. Dobbiamo sradicare la corruzione sistematica dei dodici anni di dittatura. Abbiamo il diritto di rifondare il paese e di assicurarci risorse economiche da investire per le persone”, ha spiegato.
Come esempio ha preso la situazione dell’azienda pubblica di energia (Enee), dissanguata dai governi precedenti. Le perdite dovute al saccheggio superano il 38% degli introiti e l’impatto sul flusso di cassa è superiore ai 450 milioni di dollari all’anno. L’Honduras supera di gran lunga le percentuali di perdite medie della regione centroamericana.
“Hanno trasformato lo Stato in oppressore e violatore dei diritti umani. Hanno attentato contro la sovranità nazionale, hanno svenduto il territorio come se si trattasse di merce. Hanno modificato e redatto leggi per garantire i propri guadagni, senza nessun interesse per l’impatto devastante sulla popolazione e sui livelli di miseria. Per questo motivo ho già consegnato al Congresso la bozza di decreto per abrogare la legge che crea e regola le Zone di Impiego e Sviluppo Economico (Zede)”, ha proseguito Castro.
Nonostante la crisi generata dal “colpo di stato parlamentare” di circa 18 deputati transfughi del Partito libertà e rifondazione (Libre), che hanno votato insieme alle destre per eleggere una giunta direttiva diversa da quella concordata con gli alleati, Castro ha assicurato di essere pronta a realizzare una vera e propria rifondazione del paese perché, ha detto, “rifondare è una missione essenziale e irrinunciabile, che dobbiamo portare avanti con l’accompagnamento e il sostegno della gente e di strumenti come quello della consultazione popolare”.
Per raggiungere questo obiettivo, la presidentessa ha chiesto al parlamento l’approvazione immediata della Legge di partecipazione cittadina. “Non possiamo essere legati al fatto che ogni volta dovremo raccogliere 86 voti per fare riforme profonde. Sarà il popolo a decidere e i voti in parlamento non potranno sostituirsi alla voce e alla volontà della gente”, ha detto.
“Ci impegniamo a portare avanti la nostra proposta di socialismo democratico, per gettare le basi di una lotta frontale contro la corruzione, affinché eventi come quelli accaduti durante gli ultimi dodici anni non si ripetano mai più. La rifondazione dell’Honduras – ha proseguito – inizia con il ripristino del rispetto per l’essere umano. L’inviolabilità della vita, la sicurezza dei cittadini, mai più squadroni della morte, mai più silenzio di fronte ai femminicidi, mai più narcotraffico e criminalità organizzata”.
Quattro gli ambiti che saranno al centro delle politiche pubbliche: istruzione, salute, sicurezza e occupazione. Xiomara Castro ha presentato una lista di oltre venti azioni di governo da realizzare nel breve, medio e lungo periodo.
Bollette gratis per chi consuma meno di 150 kilowatt al mese (si tratta di almeno 1,3 milioni di famiglie e il costo verrà compensato con aumenti per i grandi consumatori), sussidio per il carburante, riduzione degli interessi bancari per la produzione, stanziamento di nuovi fondi per l’istruzione in presenza e la gratuità di iscrizione, mensa, vaccinazioni e mascherine, sono alcune delle misure che verranno adottate nei prossimi mesi.
L’azione di governo sarà incentrata sullo sviluppo agricolo e sulla sovranità alimentare, verranno rinegoziate le clausole dell’Accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Centro America e Repubblica Dominicana (DR-Cafta), mentre non saranno più consentite miniere di superficie (cielo aperto) e concessioni su fiumi, bacini idrografici, parchi nazionali e foreste.
Particolare attenzione sarà riservata all’agroforestazione, allo sviluppo industriale, alla promozione del turismo e a una rigorosa politica fiscale e monetaria.
Per i primi cento giorni, il nuovo governo attuerà le misure urgenti promesse durante la campagna elettorale, tra cui la libertà per i prigionieri politici di Guapinol, giustizia per Berta Cáceres e attenzione particolare ad anziani, persone con disabilità, bambini e giovani, popolazioni indigene e comunità LGBTI.
Si inizierà l’iter per l’abrogazione di quelle riforme costituzionali che violano la sovranità nazionale e verranno emanate leggi che condannino il colpo di Stato del 2009 e la sentenza che ha permesso l’illegale rielezione presidenziale. Sarà inoltre concessa l’amnistia per tutti i prigionieri politici e per le persone che sono ancora in esilio.
Saranno anche abrogate le leggi approvate prima dell’insediamento del nuovo parlamento per garantire la continuità del sistema politico clientelare corrotto e tutte quelle che hanno come obiettivo la criminalizzazione della protesta, che promuovono la corruzione e il saccheggio delle finanze pubbliche.
Xiomara Castro ha infine ordinato la riforma del bilancio, la creazione di una commissione per la lotta frontale contro la corruzione e l’impunità ed ha presentato quella che sarà la politica estera del suo governo, che sarà sovrana, centroamericanista, latinoamericana e solidale, con particolare enfasi al multilateralismo e la complementarietà.
“Questa è una data che rimarrà nella nostra storia, come l’impronta di una generazione che ha deciso di essere libera e che vuole lasciare alle generazioni future la possibilità di crescere credendo che un mondo migliore sia possibile. La nostra visione del mondo mette l’essere umano prima delle regole del mercato.
Abbiamo la migliore disposizione e spirito di dialogo. Niente più violenza sulle donne. Lotterò con tutte le mie forze per colmare le lacune e creare le condizioni affinché le nostre ragazze possano crescere e vivere in un paese libero dalla violenza. Donne honduregne, non vi deluderò. Difenderò i vostri diritti. Contate su di me!” ha concluso.
[1] “sì, è stato possibile”, “nessun oblio, nessun perdono”, “sangue dei martiri, seme di libertà”
Fonte: LINyM (spagnolo)
Traduzione: redazione LINyM