Gli ultimi due anni confermano che le pluriennali esperienze di ecovillaggi, comunità intenzionali, coliving e realtà comunitarie attive in Italia hanno individuato la strada giusta. A breve arriverà una “guida” per percorrerla: un libro curato da Jacopo Tabanelli e Lorenzo Olivieri realizzato con la collaborazione di chi è da sempre parte integrante del mondo degli ecovillaggi italiani.
Cosa sono gli Ecovillaggi? Dove si trovano in Italia? Possono essere una soluzione alle problematiche di oggi? Il Libro edito da Chakruna Publishing e curato da Jacopo Tabanelli e Lorenzo Olivieri – di cui abbiamo parlato in questo articolo – vuole rispondere a queste e a molte altre domande su un mondo ancora poco conosciuto, ma diventato sempre più attuale dopo questi due anni di lockdown e restrizioni.
Come scrive nella prefazione Carlo Taglia co-fondatore dell’Ecovillaggio Meraki lungo la via degli Dei sull’Appenino bolognese (che potete vedere anche nel video qui sotto), “nell’era di una pandemia globale che ha portato il mondo a fermarsi per prendere ancora più consapevolezza su dove ci stava portando la vita frenetica di tutti i giorni, si fanno sempre più strada gli Ecovillaggi”.
Questi ultimi due anni sono stati per molti un’opportunità per riflettere sul consumo sfrenato delle risorse della Terra e sull’ingente crisi economica in cui siamo entrati. Chi coglie tale possibilità comprende come il modello di vita della società attuale non sia sostenibile. Sempre più persone prendono coscienza di dover agire al più presto per lasciare un mondo più vivibile alle future generazioni.
Tanti tra i nostri genitori quando pensano alle comunità hanno in mente le realtà nate tra gli anni ‘70 e ‘90. Chi era in conflitto con la società si isolava in contesti molto spesso chiusi tra di loro per creare delle proprie bolle di vita alternativa. Alcuni sono riusciti a creare comunità in armonia mentre altri hanno riproposto lo stesso inferno da cui scappavano. Oggi molte comunità intenzionali nascono per essere un ponte tra la società moderna e un mondo nuovo.
Si propongono come centri pedagogici e formativi che si prendono cura dell’educazione dei bambini e della formazione degli adulti. Molti che si adoperano per realizzare gli Ecovillaggi arrivano da percorsi di studi universitari o formativi: ingegneri, educatori, agronomi, architetti, operatori olistici, naturopati e tanti altri.
Pur dietro le difficoltà che si celano nella creazione di un Ecovillaggio e di una comunità che abbia un intento comune e sia realmente affiatata, Giorgia Lattuca, co presidentessa della RIVE, la Rete italiana dei Villaggi Ecologici, laureata presso l’Università Bocconi, nell’introduzione riflette su questo tema: “Oggi comprendo che in tutti questi anni ci stavamo preparando ad affrontare momenti difficili come quello che stiamo vivendo, tessendo una rete multicolore di mutuo aiuto, cooperazione e condivisione di buone pratiche, valori, talenti, conoscenze, visioni pionieristiche”.
Le disfunzioni del sistema economico, lo sfilacciamento del tessuto sociale, le problematiche politiche, ambientali e sanitarie, la perdita di certezze e di speranze fanno sollevare il velo di Maya e sempre più persone riescono a sentire il richiamo della propria “vera” natura. Da quando è iniziata la pandemia di Covid-19 sono arrivate una miriade di richieste da parte di chi avrebbe voluto visitare, vivere, fondare una realtà dove poter praticare l’auto sufficienza, l’auto governo, riconnettersi con i propri ritmi biologici e autentici, sperimentare relazioni autentiche e profonde, condividere l’educazione dei figli, perché “per crescere un bambino ci vuole davvero un intero villaggio!”, come dice un proverbio africano.
Lucilla Borio, co-fondatrice di uno degli storici Ecovillaggi italiani, Torri Superiore, in Liguria, nel suo capitolo ci ricorda che “possiamo dire con certezza che gli Ecovillaggi sono dei piccolissimi modelli di un modo diverso di vivere. A livello sociale è un’incredibile trasformazione imparare a vivere con gli altri, non vedendoli come potenziali competitors ma come collaboratori (questo, tra l’altro, è uno dei principi della permacultura) e poter cambiare il modo di vedere ciò che ci circonda cercando sempre di creare legami positivi”.
E aggiunge: “L’interesse verso soluzioni abitative solidali e a misura della persona è ulteriormente cresciuto in modo esponenziale. Il riscontro ricevuto da enti come l’Unione Europea e le Nazioni Unite ha rafforzato sia la notorietà del fenomeno Ecovillaggio sia la loro coscienza di essere portatori di valori fondamentali per la protezione e ricostruzione dell’ambiente”.
Entrando nel merito degli Ecovillaggi italiani Francesca Guidotti, già presidentessa della RIVE scrive:
“Partiamo dal presupposto che ogni Ecovillaggio è diverso dall’altro e che non ci sono libretti di istruzioni per progetti di questo tipo. Puoi trovare delle costanti, delle similitudini, delle dinamiche proprie dei gruppi umani che si ripetono, ma ogni realtà è unica. E anche la tua comunità – semmai vorrai averne una – prenderà la forma e il colore che tu e il tuo gruppo vorrete dargli“.
“C’è chi sceglie di affittare una casa colonica (Ciricea, Pistoia), chi di comprare un grande edificio e suddividerlo in appartamenti (Case Bacò, Treviso e La Casa Rotta, Cuneo), c’è chi decide di condividere tutto, e quando dico tutto, dico tutto tutto (Tempo di Vivere, Piacenza e Alvador la Comune, Reggio Emilia). C’è chi lavora insieme e chi decide di lavorare autonomamente, dentro o fuori dalla comunità (Torri Superiore, Ventimiglia e Comunità di Etica Vivente, Perugia). C’è chi sceglie di vivere nella massima essenzialità, rallentando i ritmi e immergendosi nella Natura (Popolo degli Elfi, Pistoia), chi invece ha un ritmo di vita sostenuto, tante attività (agricoltura, benessere, educazione e cultura) e progetti con gli attori del territorio (Lumen, Piacenza, Città della Luce, Ancona e Gaia Terra, Udine)…”.
Lorenzo Olivieri e Jacopo Tabanelli
E con grande senso pratico e visione, Francesca Guidotti aggiunge: “Nell’Ecovillaggio si attua un necessario esercizio per portare l’utopia nella concretezza che per sua natura è e sempre sarà, una risposta non definitiva, incompleta, probabilmente contraddittoria. Ma profondamente trasformativa. A livello personale e collettivo. È l’indirizzo di una necessaria cultura del futuro, è la realtà emergente, che inizia a manifestarsi”.
“Ma allora – forse ti chiederai – alla fine che cosa ci guadagno? Mi sembra solo una gran fatica e in cambio che cosa mi dà? Non ho certezze da dispensare. So solo quello che ha dato, e continua a dare, alla mia vita: profondità, spessore, integrità, Senso, Valore, gratitudine, centratura, utilità, sicurezza, affetto, flessibilità, amicizia, comprensione, apertura, avventura, gusto, entusiasmo, dolcezza, fiducia, slancio, motivazione, apprendimento, stupore, soddisfazione, fierezza, coerenza, accettazione, potere, nutrimento, amore. E scelgo di non parlare dei benefici materiali. Per me è già molto. E potrei dire ancora altro, ma mi fermo qui”.
E anche noi ci fermiamo qui nel raccontare questo libro, che dispensa molte sorprese ed è stato realizzato in stile comunitario, come le realtà che racconta: oltre 30 autori che ci conducono nella storia, nell’evoluzione, nelle contaminazioni e nelle possibilità concrete che queste comunità e questi luoghi rappresentano per l’Italia, per il cambiamento e per il pianeta intero.
E sempre in modo comunitario i curatori, Tabanelli e Olivieri hanno deciso di far nascere il libro, insieme alla comunità di autori, attraverso il crowdfunding. Fino al 10 gennaio puoi pre-ordinare il libro cliccando qui, così verrà inserito anche il tuo nome tra i ringraziamenti finali all’interno della pubblicazione.