“Stiamo vivendo un momento difficile con la pandemia del coronavirus, il mondo sta soffrendo, non solo per la salute ma anche per l’economia, c’è l’urgenza di intervenire e vaccinare i Paesi più poveri. Non si chiede alle multinazionali di cambiare il loro modo di lavorare, ma di pensare a come aiutare il resto del mondo, favorendo la decolonizzazione per lo sviluppo dei prodotti anche nei Paesi più poveri, lasciando da parte in questo momento il business: di pandemie ne arriveranno altre, che sia il coronavirus, un altro virus o un altro patogeno, avremo lo stesso problema. E’ un momento di grande emergenza e ci dobbiamo aiutare tutti perché viviamo tutti nello stesso mondo!”.
C’è tutta la filosofia e la grandezza della scienziata di origine italiana e cittadina honduregna Maria Elena Bottazzi nell’intensa intervista di questa mattina, nella trasmissione 37e2, su Radio Popolare, condotta da Vittorio Agnoletto. medico e coordinatore della Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic, che si batte per la sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini, chiesta da India e Sud Africa già dall’ottobre 2020.
Di fatto Maria Elena Bottazzi, co-direttrice del Centro per lo Sviluppo di Vaccini del Texas Children’s Hospital e Baylor College of Medicine, ha spiazzato tutti con il suo vaccino Corbevax offerto al mondo senza brevetto: la notizia del suo prezioso regalo, partita in sordina a fine dicembre, sta facendo il giro del pianeta, suscitando dibattito e interesse. Un’apertura a 360 gradi che però si sta scontrando con un muro impensabile: il vaccino Corbevax, realizzato con una tecnologia nota e collaudata come quella del vaccino per l‘epatite B, largamente conosciuta e disponibile, non ha trovato partner ameno fino ad oggi negli USA e nell’UE, nonostante sia risultato efficace contro le varianti Alfa, Beta, e Deltae si stiano completando i test per Omicron previsti per fine gennaio, inizi di febbraio.
“E’ un fatto gravissimo – ha detto Vittorio Agnoletto. “Abbiamo un vaccino promettente, con una forte protezione anche per la trasmissione del virus, con un costo di produzione bassissimo di appena 1,5 euro a dose, ma evidentemente qui il mercato è appaltato alle multinazionali del farmaco, a cui sono asservite le scelte della UE e che ci inchiodano a pagare costi abnormi: in Italia c’è Rei Thera, società biofarmaceutica che si occupa dello sviluppo, produzione e traslazione clinica di vaccini genetici e di prodotti biofarmaceutici per le terapie avanzate. Perché non potrebbe essere partner? Perché il governo italiano e i governi europei tacciono?”
Maria Elena Bottazzi ha risposto punto per punto alle domande di Vittorio Agnoletto, come quella un po’ ironica: “Con i soldi del brevetto avrebbe potuto lasciare la ricerca e incassare proventi miliardari, così come stanno facendo le multinazionali….”. “Alle nostre istituzioni, private ma assolutamente senza scopo di lucro- ha risposto Maria Elena Bottazzi- interessa portare benefici per la salute della popolazione mondiale. La nostra missione è sviluppare prodotti come il vaccino e decolonizzarli, favorendo la conoscenza, la ricerca e la produzione nei Paesi poveri: chiunque può venire da noi e imparare, e se non ce la fanno li aiutiamo”.
E’ proprio un nuovo paradigma proposto al mondo, l’apertura totale delle fonti della ricerca, la condivisione delle tecnologie, dei processi e dei risultati per una copertura totale del fabbisogno mondiale.