Leggendo “La pandemia della disuguaglianza”, il nuovo rapporto pubblicato da Oxfam in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos, viene in mente un testo di Jean Jacques Rousseau: «Il primo uomo che, avendo recintato un terreno, ebbe l’idea di proclamare: “Questo è mio” e trovò altri così ingenui da credergli, costui è stato il vero fondatore della civiltà. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie, quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i pali o colmando il fosso, avesse gridato ai suoi simili: “Guardatevi dall’ascoltare questo impostore; se dimenticherete che i frutti sono di tutti e che la terra non è di nessuno, sarete perduti!”.»
Se prendiamo sul serio i dati forniti da Oxfam, viene davvero da chiedersi se la nascita della civiltà fondata sulla proprietà privata sia stata un bene per l’umanità. Il dubbio appare legittimo, sapendo che i 10 uomini più ricchi del pianeta nel tempo della pandemia hanno raddoppiato le proprie fortune, mentre nel mondo si stima che 163 milioni di persone in più sono cadute in povertà. I 10 super-paperoni detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, ovvero di 3,1 miliardi di persone.
Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, ogni giorno un nuovo miliardario si è unito ad un club composto da oltre 2.600 super-ricchi, le cui fortune sono aumentate di ben 5 mila miliardi di dollari tra marzo 2020 e novembre 2021. Il surplus patrimoniale del solo Jeff Bezos, fondatore di Amazon, nei primi 21 mesi della pandemia (+81,5 miliardi di dollari) equivale al costo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale.
Mentre i monopoli detenuti da Pfizer, BioNTech e Moderna hanno permesso di realizzare utili per 1.000 dollari al secondo, meno dell’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi a basso reddito. La percentuale di persone con COVID-19 che muore a causa del virus nei Paesi in via di sviluppo è circa il doppio di quella dei Paesi ricchi, mentre ad oggi nei Paesi a basso reddito è stata vaccinata appena il 4,81% della popolazione.
È il virus della disuguaglianza, non solo la pandemia, a devastare e sopprimere così tante vite. Ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere: fenomeni connotati da elevati livelli di disuguaglianza. Si potrebbe continuare a lungo a snocciolare i dati, ma gli esiti non cambierebbero.
Eppure la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stabilisce che tutti gli esseri umani sono eguali in dignità e che devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. La Costituzione delle Repubblica italiana sancisce il dovere inderogabile di solidarietà e pone limiti alla proprietà privata allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. Parole al vento, per dirla con Bob Dylan.
Ernesto Balducci sosteneva che i ricchi si opporranno sempre alla democrazia planetaria, perché il primo partito sarebbe quello dei poveri. Per questa ragione l’ONU non ha poteri adeguati e non fa quello che dovrebbe. Ogni anno a Davos, in Svizzera, il principale paradiso fiscale del mondo, va in scena lo show dei ricchi che si confrontano sugli scenari sul futuro. I poveri non sanno nemmeno se Davos esista e tutto sommato hanno altri problemi legati alla sopravvivenza quotidiana.
Nella antica Grecia si racconta che Diogene di Sinope una volta uscì di casa con una lanterna di giorno e alla domanda su che cosa stesse facendo, rispose: “Cerco l’uomo!”. Lo presero per pazzo, ma forse oggi avremmo bisogno di qualche miliardo di Diogene per ridare dignità a questa umanità sottomessa e calpestata.