Europe Beyond Coal e ReCommon denunciano come Enel, nonostante gli ingenti investimenti programmati nelle rinnovabili, avrà ancora centrali a gas naturale per più di 25 GW in funzionamento al 2035. La società inoltre non ha reso pubblica alcuna tempistica per la chiusura di ciascuna di queste centrali fossili. Enel risulterebbe seconda solo a Engie in Europa per esposizione al gas al 2035.
Per scaricare il rapporto: https://beyond-coal.eu/wp-content/uploads/2022/01/LimitedUtility_The-European-energy-companies-failing-on-net-zero-commitments.pdf
Il report su Bloomberg: https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-01-25/europe-s-coal-giants-lag-in-effort-to-reach-net-zero-says-study
È quanto emerge dal nuovo rapporto della coalizione Europe Beyond Coal, di cui ReCommon è membro. Dati alla mano, lo studio smaschera le false promesse di decarbonizzazione al 2050 delle grandi utility europee, che intendono proseguire ad utilizzare carbone o gas naturale nelle loro centrali ancora per diversi decenni, rendendo irraggiungibili gli obiettivi climatici.
Per mantenere il riscaldamento globale entro il grado e mezzo come deciso alla COP26 di Glasgow lo scorso novembre, la società civile europea crede che entro il 2035 sia necessario passare a un sistema elettrico interamente non fossile in Europa e nei paesi OCSE.
Il gruppo Enel, seconda più grande utility al mondo per capitalizzazione, si è impegnato a uscire dal carbone al 2027 e recentemente dalle centrali a gas al 2040.
Sempre secondo quanto emerge dal rapporto “Limited Utility”, Enel intende costruire più di 5 GW di nuove centrali a gas in Italia, un paradosso per il suo piano di decarbonizzazione. In particolare, dove per decenni centrali a carbone hanno inquinato l’ambiente e la salute – da Brindisi a Civitavecchia, da La Spezia a Fusina – le comunità locali non vogliono nuove centrali a gas fossile, ma chiedono bonifiche e un nuovo modello di sviluppo locale autenticamente sostenibile. Nei prossimi tre anni il 5 per cento degli investimenti del gruppo Enel andrà ancora nel fossile.
“È incomprensibile come Enel, leader europeo nelle rinnovabili, continui a flirtare con il gas fossile, che è tutto tranne che il combustibile adatto a una transizione ecologica degna di questo nome” ha dichiarato Antonio Tricarico di ReCommon. “Fino al 2019 Enel si rifiutava di dichiarare con precisione quando le singole centrali a carbone avrebbero chiuso. Poi ha capito che, oltre gli slogan sul 2050, per essere credibili bisognava accettare la trasparenza. Ora ci risiamo con il gas fossile, ma l’urgenza climatica non ha bisogno di anni sprecati prima di sapere come Enel chiuderà realmente le sue centrali a gas. Crediamo che gli investitori di Enel debbano far sentire la propria voce chiedendo all’ad Francesco Starace la verità sul gas” ha aggiunto Tricarico.
La forte dipendenza dal gas fossile del sistema energetico italiano è stata alla base dell’aumento delle tariffe per i consumatori registratesi negli ultimi mesi, anche nel comparto elettrico che vede il 40 per cento degli impianti di produzione andare a gas. “In questo inverno di rincari”, ha affermato Filippo Taglieri di ReCommon, “come non pensare che decisioni strategiche sbagliate imposte dall’alto, come quella di puntare sulle centrali a gas ben più del necessario, ricadono poi sulle bollette di tutti? Quella centrata su vecchie e nuove centrali a gas non può essere definita una transizione giusta” ha aggiunto Taglieri.