Professore di storia e filosofia di un Liceo di Roma e referente del sindacato Fisi per il Lazio, sospeso dall’insegnamento dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico, Davide Tutino, ha iniziato il 31 dicembre il suo sciopero della fame. 

Professore, perché questo sciopero della fame?

E’ lo Stato che ci condanna alla fame, siamo in 40 mila, attualmente ad essere privati dell’intero stipendio, E tra pochi giorni forse anche di più. Chi commette colpe gravi, di lesione agli altri, viene sospeso con metà stipendio e mantiene assegno familiare per gli alimenti. A noi  invece  tolgono tutto, non ci restano neppure gli assegni familiari o indennità per alimenti. Ci vogliono prendere per fame. Lo sciopero della fame è questo, mostrare che lo stato ci sta affamando. E’ una risposta nonviolenta alla deriva di uno stato  sempre più totalitario, che si sta appropriando del corpo dei cittadini. 

Prima di essere sospeso, tu facevi il tampone ogni due giorni, eppure vieni accusato di mettere a rischio la salute pubblica. Cosa rispondi?

Che appunto non esiste alcuna logica sanitaria in questo provvedimento. E’ chiaro che si tratta di una misura punitiva riservata a dei dissidenti politici. Dobbiamo finalmente comprendere che ciò che più mette a rischio la salute di tutti noi, è la distruzione dello stato di diritto. La storia ci racconta come nascono i totalitarismi: durante le emergenze, soprattutto se queste durano a lungo, le persone vengono private delle loro libertà fondamentali, umiliate, ricattate, annichilite nella loro dignità. La storia ci racconta che il virus dell’odio è il più grande pericolo per il benessere psicofisico di ogni comunità.   

Come hai spiegato ai ragazzi che l’avrebbero sospeso?

Non mi sono mai considerato un professore ma uno studente anziano che continua a guidare gli studenti più giovani, io non insegno ma imparo insieme ai ragazzi, che sono compagni di viaggio. Come negli anni abbiamo insieme appreso storia e filosofia, così ho discusso con loro questa mia scelta. Ho spiegato che avevo bisogno di disobbedire ad un ordine ingiusto, per poter continuare ad essere libero di pensare, libero di dubitare, libero di proseguire la mia ricerca scientifica. I ragazzi mi hanno risposto con una grande comprensione. Ma la risposta più vera e profonda si vedrà negli anni. Ognuno semina qualcosa nell’animo altrui. Mi chiedo invece quali frutti nasceranno dai seminatori di odio.   

Perché questo tracollo della sinistra, ossessionata dal mito della sicurezza e dell’obbedienza, un tempo parole chiave della destra?

Prima di essere “di sinistra o di destra” occorre “essere umani”. Provare umanità, compassione, comprensione. Mettere la dignità dell’uomo e della donna al centro, prima di ogni ideologia. Senza questa comprensione il tracollo è inevitabile. Le idee sono lo strumento, ma l’obiettivo è l’essere umano. Purtroppo spesso nella storia per seguire l’ideologia, si è perso di vista l’essere umano. Così è successo anche questa volta, e così siamo caduti in una guerra contro una minoranza di cittadini inermi. 

Hai ricevuto messaggi di solidarietà? Altri aderiranno al tuo sciopero?

Sto ricevendo tantissimi messaggi di sostegno da tutta Italia e anche da fuori Italia, tanti vogliono aderire allo sciopero. Ma non dobbiamo concentrarci in un solo modo di lotta, mi auguro sempre più disobbedienza pacifica. E’ l’unico modo per resistere al potere senza scatenare una reazione violenta spropositata. Ricordiamoci sempre che lo Stato ha armi e potere, noi abbiamo solo il nostro corpo.

Le regole sono contraddittorie, i decreti ogni due settimane creano un senso di incertezza e controllo continuo.

Credo che sia una scelta voluta. E’ una sorta di tortura psicologica verso tutti i cittadini, anche verso chi obbedisce. Nessuno, neppure chi obbedisce,  sa più quanto durerà la propria libertà e i propri diritti. Per questo non devono esserci divisioni né odio né disprezzo tra vaccinati e non vaccinati, tutti dobbiamo lottare per ripristinare lo stato di diritto. 

Aggiornamento

Subito dopo averci rilasciato l’intervista, il giorno 3 gennaio 2022 il prof. Tutino si è presentato alle 13:50 presso il centro vaccinale di Grottaferrata.

Presso tale sede, infatti, era stato costretto dalla normativa a prenotare il proprio trattamento sanitario obbligatorio e si è recato all’appuntamento accompagnato da uno dei legali dell’associazione Umanità e Ragione, l’avvocato Ida Nazzaro.

Una volta constatato lo stato di deperimento fisico del docente, il medico vaccinatore, non sussistendo alcuno studio comprovante l’innocuità del trattamento su una persona in sciopero della fame, ha ritenuto in scienza e coscienza di esentarlo dal trattamento.

“Questo provvedimento apre una piccola grande crepa nella norma sull’obbligo, ma soprattutto apre la strada ad una lotta nonviolenta di massa” dichiara Tutino. 

Tutino prosegue comunque il suo digiuno per chiedere due cose:

che il governo fermi la condanna alla fame di decine di migliaia di cittadini, privati del lavoro e del pane per ragioni politiche, non sanitarie;

che tutti i dispositivi di sicurezza imposti dal governo, tamponi compresi, siano gratuiti per i lavoratori, nel rispetto della normativa vigente, DLgs 81/08.